Greve di gioia - pò l'om malenanza

Nocco di Cenni di Frediano

Guido Zaccagnini/Amos Parducci XIII secolo Indice:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu Duecento Greve di gioia — pò l’om malenanza Intestazione 16 luglio 2020 25% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
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ma datemi pur tanto un solo ramo
20di quel frutto ch’eo bramo:
vedrete in gioi’ montarmi e ’n frutto bono,
com’om’e’ ha gioi’ s’attene.
Lo frutto bono — da bon albor vene,
siccome gioi’ da bene
25nasce e da gioi’ ven tutta allegranza,
avegnia sono — seme ’n dolce speme,
ch’amar’frutto n’avène;
ma ciò snatura per mala sembianza.
Simil l’amaro amore allo ’mprimera
30mostra dolce ’l veleno,
cusi lo ingegna e tiene ’n tal maniera
ch’ha male e dice beno;
ma poi ch’assaporato trova amaro,
vuol lassar, parli caro,
35e poi Psi pente per l’arra, ch’ha dato,
unde spesso dice: — Omè! —
Ma Amor, volendo, vidde non potea
lo simil for’voi farmi:
fecemi vista far che vi piacea
40me e servire ’n voi darmi;
e io, vedendo ciò, dissi: — Bon frutto
da tal albor fia dutto. —
Credetti in voi lassarmi ed ei mi prese:
cusi per voi ingannome.
45Saccio per vista assai d’albor venire
che ’n fior mostra gioire
e fanne assai e poghi a ben ne stende;
ma poi ch’acquista l’altr’anno in fiorire,
frutto per ben seguire,
50ciò che dimostra in fiore ’n frutto rende.
Cusi, s’ei mostra di dar allegrezza
e poi la torna a noia,
convien, se pregio vuol, che tal gravezza
ristori per gran gioia;

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55e, se ciò non facesse, non sre’ degno
arbor, mostrando segno
in fior di frutto fare e poi fallire;
ma sre’ laida mostranza.
Cusi dir posso di voi, donna gente,
60che da voi mi fu data,
in prima vista, d’aver gioi’ piagente,
e doglia or m’è tornata.
Se voi ristoramento a me non date,
certo fallo operate,
65perché, per viste di gioi’, me venire
fatt’avete ’n pesanza.
Unde vi prego, donna, che mercede
vi stringa, per pietade,
a far considerar quant’ho ’n voi fede;
70e’ adesso, in veritate,
mi tornerete in gioi’ onni dolore,
over di man d’Amore,
cui mi metteste, cavrete tornando
in mia primera essenza.