Greco Cantor, qualora io fisso aperte
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Carlo Martello
III1
Greco Cantor, qualora io fisso aperte
Sovra de’ carmi tuoi le mie pupille,
Se o l’ira canti dell’invitto Achille,
O i lunghi error dei figli di Laerte,
5Monti, Fiumi, Città, Foreste e Ville
Veder parmi da rupi esposte ed erte,
E quà colte campagne, e là deserte
L’occhio invaghir di mille oggetti e mille:
Perchè costumi, e nazioni e riti
10Scuopri, e opache spelonche, e piagge apriche
E valli e mari, e promontori e liti;
Così, che par (tanto hai le Muse amiche)
Che non tu lei, ma te Natura imiti
Primo Pittor delle memorie antiche.