Grammatica Piemontese/Capo II. Delle pronunzie piemontesi/III. Della pronunzia delle semivocali

Capo II. Delle pronunzie piemontesi - III. Della pronunzia delle semivocali

../II. Della pronunzia delle vocali ../IV. Del dittongo proprio IncludiIntestazione 16 novembre 2021 75% Da definire

Capo II. Delle pronunzie piemontesi - II. Della pronunzia delle vocali Capo II. Delle pronunzie piemontesi - IV. Del dittongo proprio
[p. 19 modifica]

§ III — Della pronunzia delle semivocali.

Pronunzia della semivocale ę ossia e muta.

Questa è una specie d’ę che chiamo muta1, perchè rende un suono muto ed oscuro, ed è pronunziata alla sfuggita, in maniera che se ne perde, in pronunziandola, una gran parte, come vęsco, vescovo, badęssa, abadessa, scablęta, caldanino, dęstissor, spegnitoio, mochęte, smoccolatoio, palęta, paletta, rascęta, radimadia, ecc. Nelle parole poi che principiano con un suono di voce il quale ha d’analogia colla ę muta, ma che si fa sentire pressoché la metà meno, invece di questa ę vi si metterà un apostrofo, come nelle parole ’ndurmi, addormentato, ’ndè, andare,’n, in, ’nt, dentro, 'n, ne, ’l, il, l’, lo, o la, ecc., poiché vale l’apostrofo degli italiani, che usano specialmente negli articoli.

Note

  1. Si potrà anche chiamare ę recisa, perchè il suo suono vale pressoché la metà meno della e chiusa, e perciò per distinguerla da questa giudicai di tagliarla nella coda.