Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. VI/Dedica

Dedica

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ALL’ECCELLENTISS. SIG.

DON GIOVANNI

Milano, Franco, Ventimiglia, d’Aragona, della

Tolfa, del Tufo, Pignatelli, Caracciolo,

d’Alagno, e Borgia,


Signore della Casa Milano, e della Casa di Franco; sesto Marchese di S. Giorgio, secondo Marchese di Polistina, secondo Barone di Melicuccom Sig. delle Terre di Siderno, di Ardore, di S. Nicola, e di Bombile, e delli Villaggi, e feudi di Casignano, di S. Donato, di S. Marina, di Pagliaforio, e di Prataria; Cavaliere del Seggio di Nido, Patrizio Valenziano, etc.



ECCELLENTISS. SIGNORE.


MM
Entre meditava di dedicare a Personaggio di stima, e vago di cose curiose, la relazione di quanto in peregrinando [p. vi modifica]osservato avea nell’America Settentrionale, e specialmente in quel tratto di terra, che viene dal Mar boreale, et australe abbracciato, detto oggi la Nuova Spagna, che è stato sempre il Campo delle maraviglie, così prima, come dopo la conquista fattane da Ferdinando Cortese colle armi Austriache avvezze a conquistar nuove Provincie, e Regni: sentendo un dì parlare da uomini sensatissimi del genio di V. E. verso le lettere, e del disiderio, che ella, benchè giovane, nutrisce intorno a’ gravi studj delle Storie, e della Politica, amendue pabolo degl’intendimenti più alti, e di quei, che sono nati per governar gli altri regolatamente, come appunto fa ella, [p. vii modifica]stimata qual Padre da’ suoi vassalli, che tutto dì sotto la sua guida crescono e di numero, e di opulenza. Determinai pertanto dedicarla a V. E. tanto più, che tragge ella l’origine anche da’ Regni dell’antica Spagna, cioè da quello di Valenza, da che D. Pietro Milano possessore della Baronia di Mazalaves diramossi nell’altro D. Pietro Gran Camerlingo di Alfonso primo Re di Napoli. Con questo però non intendo entrar nelle immense lodi de’ suoi Avoli, che fra gli altri matrimonj contrassero quello di D. Elvira della Tolfa, la medesima, che la Francipane Romana discesa dall’Anicia, da cui è fama, che descendesse ancora la gloriosissima Casa d’Austria: [p. viii modifica]riserbando a miglior penna le rare glorie della sua Casa; imperocchè vi abbisognarebbe quella dell’Angelico Dottor S. Tomasso, come scrisse una volta il Capaccio, quando ebbe a contare, che per opera di Claudio Milano presesi dalla Città di Napoli per Protettore il Santo soprammentovato. Per lo che intralasciando gli antichi pregi de’ suoi, non può porsi in non cale la viva memoria degli Eccellentis. Marchesi D. Giovanni suo Avolo, e D. Giacomo suo Padre, che a nostri dì l’uno nella rivoltura di Napoli, essendo Vicerè il Signor Duca d’Arcos, e l’altro in, quella di Medina, così in tempo del Signor Marchese di Astorga, come in quello del Signor [p. ix modifica]Marchese de los Velez, portaronsi con tanta prontezza a reprimere l’orgoglio de’ ribelli nelle marine di Calabria, nella Città di Reggio, e nell’Isola di Sicilia, e dovunque richiedea il bisogno, che senza risparmio di spesa servirono di persona con gente a piè, ed a cavallo, sino a donar due cannoni per servigio della guerra di Messina: qualificando in tal modo e la fedeltà verso il proprio Re, e la generosità dell’animo grande trasfusali da’ maggiori, soliti ad eroicamente operare. E venendo finalmente alla persona di V. E. unico germoglio di sì illustri antenati, la ravviso per una scaturigine di vera nobiltà accresciuta da due fiumi Reali di due gran Case: l’una della [p. x modifica]Eccellentissima Signora Donna Beatrice Ventimiglia, e Normando sua Madre, e figliuola dell’Eccellentissimo Signor Marchese di Gerace; e l’altra della Eccellentissima Signora D. Luisa Gioeni d’Aragona figliuola dell’Eccellentissimo Signor Duca d’Angiò sua degnissima Consorte: l’una, e l’altra, del legittimo Real sangue di Aragona. E qui mi sarebbe mestiere divisare a parte a parte, e la grandezza di queste due Signore, e le qualità proprie di V. E. che la rendono di maniera ammirabile, che ognuno, che da presso l’ha conosciuta, non lascia di celebrare nella sua gioventù una canuta prudenza, ed i contrassegni di un maturo consiglio, onde [p. xi modifica]prendono ragionevolmente l’agurino di ottimo, ed incomparabile Cavaliere. Ma veggo, che la vostra modestia non mi permette passar più oltre; nè sì sublime argomento è per l’umile mio stile, che non sa da terra sollevarsi mai. Mi rimango adunque da proseguir tutto l’altro, fuor di supplicar V. E. a proteggere il libro, che le offerisco in segno di reverente divozione: acciò resti illeso da’ denti rabbiosi di chi non sa lodar giammai l’altrui; ed umilmente la reverisco.
Napoli a dì 24. di Febbrajo 1700.

     Di V. E.

Divotissimo, et obbligatissimo servidore
Gio: Francesco Gemelli Careri.