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prendono ragionevolmente l’agurino di ottimo, ed incomparabile Cavaliere. Ma veggo, che la vostra modestia non mi permette passar più oltre; nè sì sublime argomento è per l’umile mio stile, che non sa da terra sollevarsi mai. Mi rimango adunque da proseguir tutto l’altro, fuor di supplicar V. E. a proteggere il libro, che le offerisco in segno di reverente divozione: acciò resti illeso da’ denti rabbiosi di chi non sa lodar giammai l’altrui; ed umilmente la reverisco.
Napoli a dì 24. di Febbrajo 1700. |
Di V. E.
Divotissimo, et obbligatissimo servidore |