Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV/Libro II/II
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CAPITOLO SECONDO.
Breve viaggio per Veder la gran muraglia della
Cina: e descrizione di quella.
Sabato 12. di buon’ora venuto il Vetturino, o Fukie co’ cavalii, montai su d’uno d’essi, e di buon passo femmo la giornata: andando a posar la sera in una casa di campagna dopo 35. e più miglia di cammino.
Domenica 13. per strada montuosa dopo 20. m. giungemmo al piè delle montagne, dove corre il muro: e perciòcché non si poteva andare a cavallo fino a quello, smontato bisognò fare a piedi con molto disagio 4. miglia, guidato dal Vetturino; mentre il mio servo teneva i cavalli.
Egli è alto quel muro in alcune parti 15. e in altre 20. piedi; ma nelle valli è più alto assai, e più largo, potendovi agiatamente andar sei cavalli di fronte. La fabbrica è di grandi mattoni cotti al fuoco, con poche pietre; et ha di quando in quando le sue Torri ben forti, e quadrate, l’una lontana all’altra quanto due tratti di freccia: le quali continuano per tutta la lunghezza del muro fino al mare. Ne’ passi deboli, e più soggetti, son più i lavori spessi essendovi Rivellini, e Baluardi per difesa. Comincia questo maraviglioso muro dalla Provincia di Chiansi, e va fino al Mare Orientale, e più mezza lega dentro di quello, per cagion della sua bassezza: in tantoché giudicasi esser di 405. leghe spagnole per linea dritta, e di 500. di fabbrica; perciocchè va molto torto per valli, e per monti. Sonovi molte postierle, e scalinate, per dover passare alle Torri la moltitudine de’ Soldati, destinati alla custodia di quelle, e per sicurezza del Reame.
Essendo la Cina quasi tutta separata dalla Tartaria per le montagne, che vi si framezzano, vedesi il gran muro alzato meno ne’ monti, e più nelle valli, secondo il bisogno; non però già tale, che ne sia perfettamente ragguagliato, come alcuni ne han voluto far credere: essendo cosa affatto impossibile, che tal sia nelle profonde valli, che agguagliar possa quello de’ più alti monti. Per lo che quando si dice, che quel muro sia prodigiosamente alto, non vuol significar altro, se non che sia fabbricato sopra luoghi altissimi; poiche per se medesimo non agguaglia le mura della lor Città: nè la larghezza è per tutto eguale.
Come è detto, quasi tutta l’opra è di mattoni sì ben fabbricata, che dopo più secoli non solamente dura, ma al presente è quasi ancor nuova, fuor solamente che in alcune poche rovine, che i Tartari non si curano di riparare. Son Philip. Couplet. de Scientia Sinens. §. 2. più di 1800 anni, che l’Imperadore Xì-hoamtì la fè fabbricare per riparo contra le scorrerie de’ Tartari.
Questa opra su una delle più grandi, ed insieme delle più forsennate, che fosser giammai fatte. La prudenza voleva, che i Cinesi chiudessero i passi di maggior rischio. Ma quel, che affatto mi sembrò da ridere, fu a vedere il muro tratto ancor sino alle cime d’un’altissimo, e straripevol monte, ove appena vi direbbero appiccati i picchi: non che montar vi potesse la cavalleria Tartara per entrar nel paese. E se pur eglino si persuadevano, che coloro aggrappandosi per balze, e dirupi vi potrebber passare, sciocca certamente doveva esser poi la lor credenza a giudicare, che quivi da un sì basso muro potrebbe la burbanza di coloro esser arrestata.
Stupìj non poco a considerar, che quivi fossero stati maestri sì eccellenti, per trarvi sù cotanti fornimenti da fabbricare, e porgli in opra: che certamente senza infinita spesa, e fatica, non potè farsi in lungo tempo. Si dice, che sotto il Regno dell’Imperador Cinese questa famosa muraglia era guardata per un milion di Soldati; al presente, per essere Sovrano d’una gran parte della Tartaria, si contenta l’Imperador Tartaro tenervi sol buone guarnigioni ne’ passaggi più aperti, e ne’ meglio fortificati.
Lunedì 14. ritornando per la medesima strada, rimasi la sera nella predetta casa di campagna.
Martedì 15. entrai in Pekin con un’ora di giorno.