Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III/Libro II/V

Cap. V

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CAPITOLO QUINTO.

Governo del Gran Mogol.


P
Er lo buon governo, ed amministrazion di Giustizia, tiene il Re quattro Secretarj di Stato, i quali denno farlo consapevole di tutto ciò, che accade nell’Impero, per ricevere poi gli ordini necessarj. Il primo è detto Baghscì, e s’ingerisce negli affari della milizia; come a dire de’ soldi, de’ gastighi, e de’ premj: ponendo cura, che gli Omrah tengano il dovuto numero di soldati. Il secondo Secretario è detto Adelet, il quale ha cura, che si faccia retta giustizia, così nel civile, come criminale; significando al Re il buono, o reo procedere de’ Ministri. Il terzo si appella Divan, e a lui appartiene compartire i Giaghir, o scudi a gli Omrah, Subà, ed altri Comandanti; e invigilare altresì, che non opprimano, con soverchie imposizioni gli abitanti de’ luoghi, loro assegnati. Il quarto è chiamato Canfaman; e questi è come un Tesorier Generale, che fa venire nel Tesoro tutte le rendite dell’Imperio; e dà ogni settimana al Re [p. 210 modifica]le ragioni dell’avere, e del dare di ciascheduna Provincia, e la quantità di danajo, che rimane nella Real cassa.

Per le relazioni, che fanno questi Secretarj, sono destinati particolari giorni; perche un’audienza privata non basterebbe a tanta moltitudine di affari. Sta adunque assegnato il Lunedì per quello, che appartiene a’ Regni di Lahor, Dehli, ed Agra; il Martedì per Cabul; il Mercordì per gli Regni di Bengala, e Patna; il Giovedì per quello di Guzaratte; il Sabato per lo Regno di Branpur; e la Domenica per gli negozj del Regno di Decan; il Venerdì non proponendosene alcuno, per esser giorno festivo tra’ Maomettani.

Oranzevo, con tutta la continua applicazione in tali audienze private de’ suoi Ministri, non perciò mancava di darne sempre pubblica, (tolto il Venerdì) per sollievo de’ suoi vassalli; ed alle volte in tre luoghi differenti: uno detto Divanxas, i’ altro Gosalxana, e il terzo Adalet.

Egli si è cosi assoluto il dominare del Gran Mogol, che, non essendovi alcuna legge in iscritto, il suo volere serve di norma al tutto; irrevocabil fine ponendo [p. 211 modifica]alle cause tanto civili, come criminali. Di questa assoluta potestà si serve egli tirannicamente; perocchè essendo Signore di tutto il suolo; nè i Principi hanno mai certo domicilio, mutandolo a suo piacere il Rè; nè i miseri agricoltori, a’ quali è tolto talvolta il terreno, con gran fatica, coltivato, e si dà l’inculto: e oltreacciò bisogna, che ogni anno diano le tre parti della raccolta al Re. Non ammette questi alcuno in sua presenza, senza qualche dono; ed alcuna fiata lo ricusa, per averlo maggiore. Ond’è, che gli Ombrah, e Nabab, destinati al Governo delle Provincie, opprimono così crudelmente i popoli, che peggio non può dirsi.