Già la feconda Niobe
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Già la feconda Niobe
In ruvido macigno
Sulle colline frigie
Fu convertita un dì. 4
E un dì la vaga e bella
Sposa del crudo Tereo
Si vide in rondinella
Cangiata ancor così. 8
Cangiarmi in vetro lucido,
Mio bene, anch’io vorrei,
Perchè il tuo volto amabile
Veder potessi in me. 12
Oh in ricco manto adorno
Gli dei mi trasformassero
Per esser qualche giorno
Portato almen da te. 16
Perchè le membra tenere
Potessi circondarti,
D’un fresco fonte e limpido
Esser vorrei l’umor. 20
Luce degli occhi miei,
Per la tua pelle morbida
Esser non sdegnerei
Un delicato odor. 24
Al sen ricolmo e tumido
Servir vorrei di cinto,
O pure al collo candido
Di lucido monil. 28
Esser vorrei cangiato
Anche in negletto sandalo,
Per esser poi calcato
Dal piede tuo gentil. 32