Geografia (Strabone) - Volume 3/Libro VII/Capitolo III
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CAPO III.
Chersoneso Taurico. - Piccolo Chersoneso, e città dello stesso nome. - Governo di questa città. - Spiaggia del Chersoneso Taurico, e suoi luoghi notabili. - Città di Teodosia. - Città di Panticapea e suo governo.
Dopo il golfo predetto è l’istmo che divide dal mare il lago detto Sapra1 per lo spazio di quaranta stadii formando il Chersoneso Taurico o Scitico2: ma alcuni dicono la larghezza di quell’istmo essere di trecento sessanta stadii. Il lago Sapra poi dicesi che sia di quattro mila stadii; ed è la parte occidentale della Meotide, colla quale comunica per mezzo d’una gran bocca; ma è molto pantanoso e navigabile a stento con barche cucite3: perocchè i venti facilmente scoprono e poi ricopron di nuovo quei banchi di sabbia in modo che quelle paludi non possono più attraversarsi con grandi barche. Ha poi quel golfo tre isolette, e banchi di sabbia e piccoli scogli lungo la spiaggia.
Chi esce di questo golfo trova a sinistra una piccola città, e Bel-Porto4 soggetto ai Chersonesi. Perocchè si spinge verso il mezzogiorno una gran punta, ch’è parte di tutto il Chersoneso, e sulla quale è fondata una città chiamata Chersoneso5 anch’essa, colonia degli Eraclioti del Ponto. Questa città è distante dal Tira quattro mila e quattrocento stadii, chi li misuri seguitando la spiaggia. Quivi è il sacrario di Partenia; una Dea, dalla quale riceve il nome anche il promontorio che trovasi a cento stadii dalla città e si dice Partenio; e quel sacrario ha una cappella e una statua del nume. Fra la città ed il promontorio predetto sono tre porti; poi l’antica Chersoneso in rovine; e dopo di questa un porto d’angusta bocca, dove più che in ogni altro luogo i Taurii (scitica nazione) esercitavano il loro ladroneccio, assalendo coloro che vi si riparavano: chiamavasi Porto dei Simboli6. Questo ed un altro porto detto Ctenunte formano un istmo di quaranta stadii; ed è quell’istmo che chiude il piccolo Chersoneso, il quale dicemmo già ch’è una parte del grande ed ha dentro di sè la città detta pur Chersoneso. Questa città fu da prima indipendente; ma infestandola i barbari fu necessitata eleggersi a protettore Mitridate Eupatore; il quale amava di combattere i barbari posti al di sopra dell’istmo fino al Boristene ed all’Adria, per apparecchiarsi così contro i Romani. Egli pertanto, allettato da queste speranze, volentieri mandò nel Chersoneso un esercito, e combattè nel tempo stesso gli Sciti, Sciluro, e i figli di Sciluro (cioè Palaco e i suoi fratelli in numero di cinquanta al dire di Posidonio, o di ottanta secondo l’opinione di Apollonide); e mentre soggiogava colla forza costoro, divenne padrone anche del Bosforo, ricevendone la signoria da Perisade che allora lo possedeva e che spontaneamente glielo cedette. E dopo d’allora la città dei Chersonesi è rimasta fino al presente soggetta ai dominatori del Bosforo.
Il porto Ctenunte è ad uguale distanza e dalla città Chersoneso e dal Porto dei Simboli. Da questo porto fino a Teodosia si stende la spiaggia Taurica per lo spazio di circa mille stadii, aspra, montuosa, ed esposta ai venti boreali. Da quella spiaggia si spinge molto addentro nel mare un promontorio verso il mezzogiorno e la Paflagonia dalla parte d’Amastri; e chiamasi Criu Metopo7. Rimpetto a questo è il promontorio di Paflagonia detto Carambi, il quale divide il Ponte Eussino in due mari, riducendolo da una parte e dall’altra a uno stretto. Ed è Carambi a due mila e cinquecento stadii dalla città de’ Chersonesi, ma assai meno distante da Criu Metopo: però molti di coloro i quali navigarono quello stretto, affermano di avere veduti nel tempo stesso d’ambe le parti i due promontorii.
In questa parte montuosa della Tauride avvi anche il monte Trapezo8, d’ugual nome con una città situata presso la Tibarenia e la Colchide. Avvi anche un altro monte, il Cimmerio; denominato così da’ Cimmerii che un tempo signoreggiarono nel Bosforo, d’onde poi chiamasi Bosforo Cimmerio anche tutta quella parte dello stretto che comunica colla bocca della Meotide.
Dopo la detta parte montuosa giace la città di Teodosia che ha una fertile pianura ed un porto capace di ben cento navi: e questo fu un tempo il confine tra il territorio dei Bosforiani e quello dei Taurii. Ed è fertile anche il paese che viene appresso fino a Panticapea, metropoli dei Bosforiani, situata sulla bocca della palude Meotide. Lo spazio fra Teodosia e Panticapea è di circa cinquecento stadii; tutto paese abbondevole di frumento, con borghi e con una città munita di buon porto, denominata Ninfeo. Rispetto poi a Panticapea è un colle tutto abitato nel suo circuito di venti stadii: e dalla parte di levante ha un porto con arsenale bastevole a trenta navi. Ha inoltre una rocca; ed ebbe a fondatori i Milesii. Per gran tempo fu governata a monarchia, essa ed i luoghi circonvicini lungo le due sponde della bocca della Meotide regnando i principi Leucone, Sagauro e Perisade; finchè poi quest’ultimo cedette quella signoria a Mitridate. Que’ principi si chiamavano tiranni, sebbene i più fossero buoni, cominciandosi da Perisade e Leucone; anzi Perisade fu denominato divino. E l’ultimo di que’ dominatori non potendo resistere ai barbari, i quali volevano un tributo maggiore del solito, consegnò il principato a Mitridate Eupatore; e così poi quanto costui fu vinto, quel regno divenne soggetto ai Romani. La maggior parte di cotal regno è nell’Europa, e sol qualche porzione appartiene all’Asia.
Note
- ↑ Cioè il lago Putrido, interpretando la voce greca Σαπρὰ.
- ↑ La Crimea.
- ↑ Probabilmente barche fatte di vimini coperti di pelle cucita. (Edit. franc.).
- ↑ Καλὸς λιμὴν. Le edizioni originarie leggono καὶ ἄλλος λιμὴν, ed un altro porto. Il Casaubono pel primo propose la correzione del testo.
- ↑ Uret.
- ↑ Nel greco moderno Sybula. Il porto menzionato subito dopo dicesi ora Halice.
- ↑ Κριῦ μέτωπον, Fronte d’Ariete.
- ↑ Il monte Mankup. La città poi è Trebisonda.