Gazzetta Musicale di Milano, 1842/Suppl. al N. 1/Notizie teatrali
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NOTIZIE TEATRALI.
MILANO. -— La sera di giovedì or
passato si produsse per la prima volta sulle
scenedel nostro Gran Teatro la nuova Opera
di Pacini, la Saffo, ch’ei compose pel teatro
di San Carlo in Napoli, ove eblie mollo
buon successo (1).
E a nostro giudizio questa nel tutt’insieme la partizione meglio concepita delle molte elio conosciamo del eh. autore degli Arabi nelle Gallie. In generale lo stile ne è severo, semplice a quando a quando, ora elegante, ora passionato, e non privo di una tal quale tinta caratteristica, che per qualche ammiratore speciale potrebbe anche sapere di greco antico! Forse la vena del maestro fu animata dalla bene ordita tela della tragedia lirica del bravo Camarano, nella quale sono a lodare non poche scene felicemente ideate e svolte con bella proprietà poetica. Ed appunto in queste scene il sig. Pacini fa mostra di maggiore fantasia, e l’effetto drammatico musicale è recato a un segno non ordinario.
Siano prova di quanto affermiamo il sestetto che chiude la seconda parte, il terzetto della terza e la gran scena finale. Nelle scene che non hanno vero e stretto legame coll’azione, e che noi chiameremo di riempimento, o tutt’al più di preparazione, il compositore, non eccitato dall’invenzione del poeta nè scaldato dal pensiero drammatico, studiò indarno puntellarsi colla leggiadria delle frasi, colla ricercatezza de’ cosi detti motivi e con altri simili sussidii di dettaglio; diede nel languido, spesso anche nello slegato, nello stemperato, e ricordò qui e qua alcuni vecchi suoi modi melodici non proprii dell’alta locuzione lirico tragica.
Insistiamo su questa distinzione, come già abbiamo insistito nel ragionar più a lungo della Maria Padilla, perchè crediamo doverci vantaggiare di essa a dar valore ad alcune idee fondamentali di critica musi- cale che vogliamo adottare in questa Gazzetta col proposito di corroborarla sempre di esempii e di fatti.
Un più lungo e particolarizzato articolo intorno al merito di questa Opera e alla sua esecuzione, si darà nel prossimo foglio. I nostri lettori vorranno perdonarci il ritardo, solo che siano persuasi della necessità di profferire maturo e imparziale il giudizio di un lavoro di alta e complicata importanza, qual'è una tragedia lirica alla cui perfetta produzione devono contribuire per sì vario modo tanti e sì diversi disparati elementi.
Intanto (tacendo degli altri cantanti dei quali crediamo ben fatto l’aspettare a far cenno) diremo di volo che la signora Abbadia e come attrice e come cantante sostenne la difficile e laboriosa parte di Saffo con tale abbondanza di affetto e così bella e naturale vena di ispirazioni che in vero non avremmo osato sperare da una artista sì giovine nelle ardue prove della scena. Ella ne fu largamente compensata dal pubblico. - Sarebbe agevole pronosticare alla signora Abbadia un veramente luminoso avvenire, quando si potesse essere certi che ella saprà e vorrà resistere alle tante ammalianti seduzioni della gloria, e non prodigare i doni di un organo prezioso, e vedersi poi costretta a trasandare i migliori precetti dell’arte che nella spontaneità e soavità ripongono i più begli effetti del canto, nella verità e nella giusta misura, quelli dell’azione.
B.
— Abbiamo udito con vero piacere che
il valente nostro violinista Bazzini, nell’Accademia
data sere fa dalla Società de’ Nobili, siasi distinto in modo particolare
eseguendo la Fantasia sulla Beatrice di
Tenda ed un Grande Adagio e Capriccio
di bravura, ambedue di sua composizione,
ed il Duetto di Benedict e De Bériot
sulla Sonnambula (2), del quale si volle la
replica.
Thalberg, che suonò nella medesima Accademia, si unì agli applaudenti e fece così più bello l’omaggio reso al distinto ingegno musicale dell’artista italiano.
— Parigi. I maires de’ dodici circondari di Parigi hanno pubblicato il programma dei corsi per l’insegnamento gratuito del canto. Questo insegnamento ora ha luogo in cinquanta scuole mutue ed in dieci classi di adulti. Non è cosa senza importanza il far conoscere che più di quattro mila fanciulli ed ottocento adulti, si applicano allo studio del canto in queste scuole, e che più di dodici mila fanciulli inoltre ricevono una istruzione musicale preparatoria ai canti delle preghiere e delle marcie.
— Enrico Bertini, sempre indefesso nel toglier le lacune che posson esistere nello studio del pianoforte, si occupò di ridurre a quattro mani i preludj e le fughe di Sebastiano Bach, onde questa diffìcilissima opera potesse più generalmente eseguirsi e servisse a sviluppare il gusto dello stile elevato. L’editore Schonenberger pubblicò il lavoro del Bertini sotto il titolo di École de la musique d’ensemble.
— Teatro Italiano. — Il concertista di clarinetto Ernesto Cavallini nella sera del 19 prossimo passato, fra un atto e l’altro della Lucia, eseguì due pezzi di sua composizione. L’abile virtuoso è stato accolto con molto favore. Le variazioni sull’Elisa e Claudio nella forma parvero piuttosto vecchie, e quelle sull’Elisir d’Amore furono trovate più belle e più nuove. L’esecuzione però fu perfetta in ambidue i pezzi, e Cavallini dovette essere assai soddisfatto dell’accoglienza fattagli. Interrotto molte volte dagli applausi e da’ bravo, è stato chiamato fuori dopo ciascun pezzo, onore che gli abituati di quel teatro non accordano che a loro prediletti cantanti. (Dalla France Musicale).
— Nell’istesso teatro nella scorsa settimana si produsse per la prima volta la Vestale di Mercadante con un gran successo. Fra i pezzi di questo severo ed in qualche brano troppo rumoroso spartito piacquero specialmente nel primo atto il duetto fra la Grisi ed Albertazzi ed il sestetto; nel secondo atto il duetto fra Mario e Tamburini, che fecesi replicare, come pure la successiva aria di basso con cori; e nel terzo atto l’aria di Tamburini ed un’aria di un’altra opera di Mercadante introdotta da Mario. L’esecuzione è stata molto buona.
— Per la sera del 7 corrente al teatro dell’Opera Italiana si annunziava un’importantissima solennità musicale. 11 vero Stabat Mater di Rossini doveva essere eseguito da tutti i principali cantanti di quel teatro coi cori e coll’orchestra notabilmente aumentati per dare all’esecuzione tutta la pompa possibile.
— Accademia reale di musica. La Regina di Cipro, grand’opera in cinque atti, alla prima rappresentazione non trovò favorevole il pubblico giudizio. In seguito però le cose cambiarono di aspetto in modo che la elaboratissima e poco melodica composizione del maestro Halevy, da Berlioz, e da qualche altro critico, fra molti elogj, si proclamò degna sorella dell’Ebrea. Tennero replicati un delizioso coro di gondolieri, ed alcune stroffe dette da Massol. Duprez, Baroilhet e madama Stoltz furono festeggiati e chiamati sulle scene. Vuolsi che per le decorazioni siansi spesi circa ottanta mila franchi.
— Bruxelles. I figli di B. Schott pubblicano in questa città una raccolta molto interessante nella quale gli artisti ponno trovare degli eccellenti articoli, e gli amatori di graziosi pezzi di musica. Essa si intitola Rivista musicale del Belgio.
— Dresda. Francesco Morlacchi, maestro di cappella di S. M. il Re di Sassonia, autore del Tebaldo ed Isolina e di molti altri applauditi spartiti, fu colpito in Inspruck d’apoplessia fulminante nel mentre recavasi in patria. In uno dei prossimi numeri di questa Gazzetta Musicale s’inseriranno alcuni cenni risguardanti la vita e le opere di questo celebre compositore.
— Berlino. L’arrivo di Spontini in questa capitale è stato segnalato colla dimissione dal Re di Prussia inviata al conte di Redern. I giornali tedeschi nella disgrazia dell’intendente generale de’ teatri vedono una manifesta prova della benevolenza di S. M. per Spontini. Perciò il famoso maestro disimpegnerà in Prussia gli eminenti incarichi di cui è insignito finché l’Istituto di Francia glielo permetterà.