Gazzetta Musicale di Milano, 1842/N. 5/Fantasia per pianoforte sopra il Minuetto e la Serenata del Don Giovanni. Opera 42 di Thalberg

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N. 5 - Fantasia per pianoforte sopra il Minuetto e la Serenata del Don Giovanni. Opera 42 di Thalberg
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[p. 20 modifica]Fantasia per pianoforte sopra il Minuetto e la Serenata del Don Giovanni. Opera 42 Thalberg. Milano, presso Lucca. Thalberg fra i compositori pianisti della giornata a noi pare sia quello che più degli altri si studii di metter in pratica quanto si richiede per procacciarsi i caldi suffragi del pubblico, il favore dei dilettanti, e la stima degli intelligenti. In fatti nella maggior parte delle sue composizioni ammirar sommamente devonsi la venusta e la chiarezza delle melodie, sia che gli appartengano, sia ch’egli ( come più spesso fa ) le abbia scelte dalle opere de’ celebri maestri; non che la spontanea ed abile disposizione di tutti i tratti di esecuzione da cui deriva che con naturalezza e senza sforzo in mezzo alle più complicate difficoltà di maneggio si possan far sentire distinte le frasi melodiche. Il Minuetto e la Serenata, del Don Giovanni sono i temi da Thalberg ora svolti e variati con maestria ancor maggiore di quel che adoperò nell’altra bella sua Fantasia (Op. 14) sopra il duetto - Là ci darem la mano - e l’aria di Don Ottavio. Il nuovo lavoro sull’incomparabile opera di Mozart principia da un breve andante maestoso, a cui tien dietro un cantabile di affettuosa melodia intersecata fra aggradevoli insistenti passi della mano destra. Uno scherzoso intrecciar di mani quasi a guisa di cadenza alla pagina sesta interrompe il canto, che quindi vien riprodotto per poche battute come prima, poi unito ad alcuni leggiadri passi a note ripercosse, ed infine, stringendosi il tempo, con impetuoso colorito si chiude la nobile introduzione, che precede il motivo della serenata - Deh vieni alla finestra, mio bel tesoro. Questo allegretto a 6 e 8 in mi col brillante suo accompagnamento sempre staccato è posto tanto bene, che al primo sentirlo trasporta ed è di un risultato altrettanto semplice che grandioso. L’incanto si fa ancor maggiore allorché in un poco più lento l’istesso tema si aggira e procede fra il seducente alternarsi di scale cromatiche, alle quali succedono delle ottave che al periodo danno una notevole pomposità. Un altro cantabile tutta dolcezza, abbellito ed accompagnato da arpeggi sotto voce, prepara il Minuetto, ove la scienza ed il gusto del compositore sono in siffatta guisa fra loro collegati, che fan quasi supporre che quel motivo non possa esser stato altrimenti creato che nella maniera e colle particolarità da Thalberg immaginate. La perorazione, che consiste in veloci scale ascendenti e discendenti da cui il tema emerge sempre chiaro e possente, è superbamente calcolata pel simultaneo effetto della bravura e dell’accento dell’esecutore, e di tutte le graduazioni di suoni del pianoforte. C.