Galateo insegnato alle fanciulle/Alle mie giovani amiche

Alle mie giovani amiche

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Lezione I - Scopo del galateo
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ALLE MIE GIOVANI AMICHE


A voi giovinette italiane, ch’io amo come figlie; a voi desiderose d’istruirvi, di rendervi migliori, per onorare il nostro sesso, la patria nostra, finalmente risorta a vita libera ed indipendente, a voi dotate d’ingegno e di squisito sentire, queste mie poche pagine offro, nella speranza d’aiutarvi a raggiungere la nobile meta del vostro morale perfezionamento.

Sarò breve, sarò chiara; mi studierò di rappresentarvi dilettevole il mio dire con aneddoti ed esempi tratti possibilmente dalla storia i quali, commentati dalle vostre buone madri e maestre vi invoglieranno, spero, a più serie letture.

E voi, carine mie, siatemi cortesi d’ascolto. È una madre che famigliarmente ed affettuosamente parla a sua figlia, additandole il miglior sentiero, che seguir deve, per rendersi stimata e cara in società, e felice.

Non mi fate subito i visacci, leggendo sul frontespizio del libro. Il galateo insegnato alle fanciulle con esempi storici e morali. Non isfogliatelo svogliatamente, con mala prevenzione credendolo difficile o noioso. [p. 4 modifica]

No, fanciulle mie, io mi lusingo anzi di farvi passare qualche ora con diletto, conducendovi a riflettere sul miglior modo di comportarvi in casa, in iscuola, in istrada, in chiesa, al teatro, al ballo, in conversazione ed in tutti i più notevoli casi della vita.

Il galateo altro non è che un codice di sociali consuetudini e senza difficoltà s’impara dalle anime buone e gentili come le vostre, che già conoscono i precipui loro doveri e sentono l’umana dignità.

Volete poi che v’insegni un astuzia per applicarlo facilmente?

Seguite sempre il santo precetto cristiano di fare agli altri ciò che ragionevolmente vogliamo che altri facciano a noi, e di non fare mai agli altri ciò che non vogliamo che a noi sia fatto.

Il galateo dev’essere appreso e messo in pratica tanto dai ricchi, quanto dai poveri, e chi, negli atti, meglio dimostra di conoscerlo, dicesi più urbano e più educato.

La donna poi dotata da natura, di tanta grazia, sensibilità e buon gusto, più dell’uomo ancora è obbligata a minutamente seguirlo. Qual brutto spettacolo è mai quello d’una fanciulla sguaiata, rozza, insolente, invereconda, in una parola ineducata! Vi auguro di non vederlo mai!

TERESA DE-GUBERNATIS vedova MANNUCCI.