Furia, che all'altrui danno, e tuo sei nata
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Marcantonio Lavaiana
IV
Furia, che all’altrui danno, e tuo sei nata,
E sol d’odio ti nutri, e di disegno,
Che ridi al nostro male, e a bene irata
Mordi le man d’atroce rabbia in segno.
5Poichè tu m’hai con empio strazio indegno
L’ira, che il cor ti rode, in me versata,
Torna d’Averno al tormentoso regno
In preda al cieco tuo livor dannata.
Te stessa ivi divora, e da ogni vena
10Il sangue suggi, fermi, agghiacci, ed ardi,
E ognor morendo vivi alla tua pena.
Vanne, vanne crudele, a che più tardi?
A che, s’ogni tua voglia hai sazia, e piena,
Con bieco e torvo ciglio ancor mi guardi?