Fuggo i bei raggi del mio ardente sole
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sestina iv
[Invano cerca d’obliare tra le bellezze della Natura la fiamma antica.]
1
Fuggo i bei raggi del mio ardente sole,
silvestra fèra all’ombra delle fronde,
e vo cercando ruscelletti e fonti
per piagge e valli e pe’ piú alti poggi,
ove le caste ninfe di Diana
vanno seguendo li animai pe’ boschi.
2
Benché all’ombra de’ faggi spesso imboschi,
cercando di difendermi dal sole,
non può far ciò che al mondo è di Diana,
che mi ricuopra tra le verdi fronde
dal foco che non teme ombra di poggi,
né si spegne per l’acqua de’ chiar fonti.
3
Ma le lacrime mie fan nuovi fonti,
che annacquando spesso i verdi boschi
rigan per li alti e piú elati poggi;
né però il foco del mio chiaro Sole
scema, e piú verdi l’amorose fronde
rinascon ne’ be’ luoghi di Diana.
4
Io mi credea per l’arte di Diana
passassi il mio dolore, e’ vivi fonti
spegnessi il foco, e l’ombra delle fronde,
la qual cercando vo per tanti boschi,
fussi ostaculo a’ raggi del chiar sole,
e che potessi meno in valle e poggi.
5
Foco è l’aura che spira alli alti poggi;
son piú i pensier per l’arte di Diana,
e quanto è piú lontan, piú arde il sole;
e foco è l’acqua de’ piú freschi fonti,
e foco è l’ombra delli oscuri boschi,
e foco è l’onde e l’ombre, arbori e fronde.
6
Che, benché sia in mezzo delle fronde
questa carca mortale, e su pe’ poggi,
e seguendo le fier per campi e boschi
vada ne’ bei paesi di Diana,
e cerchi il suo rimedio all’ombra e fonti,
pur non è mai lontano il cor dal sole.
7
Mentre che ’l sole allumerá le fronde,
e’ fonti righeran per li alti poggi,
la mia Diana seguirò pe’ boschi.