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Salvate l'onore italiano

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Bambini affogati

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SALVATE L’ONORE ITALIANO!...


Ho letto due giorni fa un articolo nella Gazzetta del Popolo di Torino, le cui parole mi sono cadute sul cuore a una a una come gocce infuocate di piombo liquefatto!

Sono cadute sul mio cuore d’Italiano, di filantropo, di uomo che si commuove facilmente alle sventure, ai dolori di tanti infelici.

E le parole di suono così sinistro erano press’a poco queste.

— A Vienna, a Linz, a Monaco, a Norimberga, ma specialmente a Linz e a Monaco pullula quella indecente emigrazione di bimbi e ragazze napoletane, che è un’umiliazione per l’Italia. —

Genitori oziosi e snaturati vanno in giro per tutte le grandi capitali d’Europa, traendo i mezzi di sussistenza non da onesto lavoro, ma [p. 218 modifica]obbligando all’accattonaggio o a mestieri sozzi le loro creature, non mai di un’età superiore di 14 anni.

A Parigi, Londra, Bruxelles, Amsterdam, Pietroburgo, gli Italiani debbono arrossire incontrando per le vie piccoli mendicanti vestiti alla romana, che stendono la mano.

A Monaco di Baviera, in quest’anno, le ragazze mendicanti col costume tradizionale italiano si incontrano a dozzine, poiché si sono date la posta in quella città tutte le piccole girovaghe napoletane, cacciate via da Pietroburgo.

La tratta delle bambine non è più fatta in Europa se non da genitori italiani!...

Di chi è la colpa?

La colpa, ve lo dirò io, è di tutti noi. E di alti personaggi, degli agenti consolari all’estero, che tante volte eccitati dal pubblico clamore a por riparo a un traffico di carne umana, che ci copre di disonore, mostrarono velleità d’occuparsene, poi si distrassero dall’opera nobilissima.... La colpa è di tutti noi, che teniamo una penna, di tutti coloro che hanno un nome, un’autorità, un’influenza, un entusiasmo, una forza; di tutti noi che gettiamo il tempo e perdiamo la voce a straziarci a vicenda, a urlarci l’uno dietro all’altro il vitupero, e lasciamo passarci daccanto inosser[p. 219 modifica]vate le grandi miserie, le grandi tristezze, le immense abiezioni, senza rivolger loro una parola di conforto, senza soccorrerle, senza occuparci di lenirle o di riabilitarle!...

Tutte cose utilissime, splendide; tutte dimostrazioni sublimi, patriottiche, suggerite dalle migliori intenzioni, sono senza dubbio questi continui Comizi in cui si discute da uomini, che io amo credere istruiti, ben educati e competenti, sull’avvenire del mondo, sul rimpasto della società, sui fini supremi della democrazia.

Io ammiro per tutto l’agitarsi che fanno gli uomini per la libertà; sono anch’io un servitore fervente, un umile discepolo di quella democrazia, che ha da compire grandiosi doveri.

La libertà, la ragione, non potranno mai esser velate dagli errori degli uomini: l’errore è caduco, e le ecclissi della verità sono soltanto passeggiere. Io ho fede assoluta nell’indefinito progresso del bene: questa fede tutti dobbiamo alimentarla come un faro, che ci guidi nei momenti difficili, in cui pare che un’onda di tenebre cada sulla coscienza umana.

Ma noi siamo rósi dal tarlo delle dottrine fatue, delle agitazioni sterili e inopportune. Noi per diamo di vista il progresso per correre al pre[p. 220 modifica]cipizio: ci sfuggono, come veri problemi, se che dovremmo fossero larve i discutere, e ci attacchiamo all’aspetto screziato e variopinto di qualche chimera.

A Vienna, dunque, a Linz, a Monaco, a Norimberga, a Parigi, a Londra, a Bruxelles, a Pietroburgo, nel fango più lubrico delle vie più oscure, nelle ore più sinistre, passeggia tremante, macilenta, squallida, affamata, una caterva di bambini e di bambine, vestiti di stracci, che raffigurano ne’ più pittoreschi costumi alcune regioni d’Italia: bambini e bambine, che sono oggetto di ludibrio, di disprezzo, di pietà, di dileggio, secondo l’animo di chi li guarda.

Questa processione d’infamia, in cui l’innocenza è trascinata sino alle porte de’ lupanari, nella immondezza de’ trivii, abituata alla contagiosa turpitudine degli esempii immorali; questa processione dei fanciulli venduti, guidata da uomini vili e da donne scellerate, solleva per tutta l’Europa, ove diffonde al suo funesto passaggio un miasma di corruzione, grida di sdegno e di disgusto.

Il nome italiano è disonorato: i giornali più autorevoli d’Europa si meravigliano che soltanto genitori italiani abbiano la raffinata efferatezza [p. 221 modifica]di alimentare i loro sordidi vizii, trattando come un branco di bestie curiose, sottoposte ad ogni sevizia, e ad ogni tortura, i proprii figliuoli!

In questo caso tutto mentisce, anche la voce del sangue; la voce del sangue, che è irresistibile perfino nelle belve. L’uomo diventa così l’animale più sconcio e più mostruoso della creazione!

Ho trattato altre volte questo argomento di sangue! Lo tratto oggi di nuovo, non per mia scelta, ma per obbedire ad una richiesta autorevole, dopo le notizie che i giornali hanno propalato.

Mentre il nostro paese rimbomba di tutte le ampollosità dell’umanitarismo, di tutte le scroscianti escandescenze della democrazia.... centinaia di fanciulli italiani, con lo spettacolo della loro miseria, delle loro ineffabili sofferenze, strappano accenti d’indignazione contro di noi a tutti gli uomini d’animo gentile.

E noi?

Perchè non cominciamo un’agitazione provvida, salutare, allo scopo di lavar questa macchia, che toglie all’Italia ogni nome di pietà, e di misericordia, che offusca in lontani paesi la purezza del nome italiano, che ci rappresenta come de[p. 222 modifica]stituiti de’ sentimenti più generosi: il rispetto della famiglia e dell’innocenza?...

Perchè i giovani e i vecchi, che io stimo e rispetto, i quali hanno testè promosso con tanto ardore Comizii tanto straordinarii, non si mettono all’opera, non chiedono, con la loro voce potente, guarentigie per queste centinaia di piccoli italiani, derelitti, straziati, abbrutiti, cui manca tutto ciò che fa vivere; un’idea di Dio, chi li accarezzi, chi li protegga?...

Cessiamo dalle discordie malaugurate; uniamoci tutti a questo altissimo fine. Eccitiamo il popolo, che è capace di affetti così gagliardi, a chieder giustizia. Nel popolo battono accelerati i cuori di migliaia di madri: in quei cuori troveremo tanti alleati. Facciamo qualche cosa perchè finisca il mercato dell’innocenza. Facciamo un Comitato, un presidente, una bandiera; e schieriamoci tutti intorno alla bandiera dei Fanciulli italiani irredenti!...

Salvate l’onore italiano!

14 settembre 1881.

Jarro.


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