Libro terzo - Capitolo 45
Il re fece chiamare i due mercatanti, e con loro sanza altra compagnia, se ne entrò in una camera, e disse loro: - Voi vedrete di presente venire una creatura di paradiso in questo luogo, la quale sarà al vostro piacere, se assai tesori avete recati -. E detto questo, comandò che Biancifiore venisse. Allora la reina disse a Biancifiore: - Andiamo nella gran sala, non dimoriamo qui, acciò che di lontano possiamo vedere il caro figliuolo -. Mossesi Biancifiore soletta di dietro alla reina e venne nel luogo ove i due mercatanti dimoravano. E come l’aria, di nuvoli piena, porge alla terra alcuna oscurità, la quale poi, partendosi i nuvoli, da’ solari raggi con lieta luce è cacciata, così parea che dove Biancifiore giungeva, nuovo splendore vi crescesse. Videro i mercatanti la bella giovane, e, ripieni d’ammirazione, appena credettero che cosa mondana fosse, dicendo fra loro che mai sì mirabile cosa non era stata veduta. Elli comandarono che di presente i loro tesori fossero tutti aportati davanti al re; i quali venuti in grandissima quantità, così dissero: - Signore, sanza altro mercatare, de’ nostri tesori prendete quella quantità che a voi piace, ché noi non sapremmo a così nobile e preziosa cosa porre pregio alcuno -. - Assai mi piace - rispose il re. E di quelli prese quella quantità che a lui parve e l’altra rendé loro. E essi, contenti di ciò che fatto avea il re, sopra tutto ciò che preso avea, gli donarono una ricchissima coppa d’oro, nel gambo e nel piè della quale con sottilissimo artificio tutta la troiana ruina era smaltata, cara per maesterio e per bellezza molto. Dopo i ricevuti tesori, il re con sommessa voce così parlò a’ mercatanti: - A voi conviene, poi che comperata avete costei, sanza niuno indugio dare le vele a’ venti, né più in questi paesi dimorare, non forse nuovo accidente avvenisse per lo quale il vostro e mio intendimento si sturbasse -. Dissero i mercatanti: - Signore, comandate alla giovane, poi che nostra è, che con noi ne venga, che noi non l’avremo prima sopra la nostra nave, che essendo il tempo ben disposto, come elli ci pare che sia, che noi prenderemo nostro cammino e sgombreremo i vostri porti, però che per noi non fa il dimorare -.