Libro secondo - Capitolo 25
Biancifiore così rimasa, alquanto da Glorizia riconfortata, ogni giorno andava molte fiate sopra l’alta casa, in parte onde vedeva Montoro apertamente, e quello riguardando dopo molti sospiri avea alcun diletto, imaginando e dicendo fra se medesima: "Là è il mio disio e il mio bene". E tal volta avvenia che stando ella sentiva alcun soave e picciolo venticello venire da quella parte e ferirla per mezzo della fronte, il quale ella con aperte braccia ricevea nel suo petto, dicendo: "Questo venticello toccò il mio Florio, com’egli fa ora me, avanti che egli giungesse qui"; e poi, quindi partendosi, andava in tutti quelli luoghi della casa ov’ella si ricordava d’avere già veduto Florio, e tutti gli baciava, e alcuni ne bagnava alcune volte d’amare lagrime. Questi erano i templi degl’iddii e gli altari, i quali ella più visitava. E niuna persona venia da Montoro, che ella o tacitamente o in palese non dimandasse del suo Florio. Ella mai non mangiava che Florio da lei non fosse molte fiate ricordato; e s’ella andava a dormire, non sanza ricordare più volte Florio vi si ponea, e niuna cosa sanza il nome di Florio non faceva; e se ella dormendo alcun sogno vedea, sì era di Florio, e per questo sempre avrebbe di dormire disiderato, acciò che spesso in tale inganno dormendo si fosse trovata: ben che poi, trovandosi dal sonno ingannata, le fosse gravosa noia. E sempre pregava gl’iddii che ’l suo Florio da infortunoso caso guardassero e che le dessero grazia che tosto potesse andare a lui, o egli tornare a essa. Ella non si curava mai di mettere i suoi biondi capelli con sottile maestria in dilicato ordine, ma quasi tutta rabuffata sotto misero velo gli lasciava stare. Né mai curava di lavarsi lo splendido viso, o di vestire i preziosi e belli vestimenti, però che non v’era a cui ella disiderasse di piacere. E il cantare e l’allegrezza e la festa tutta avea lasciato per intendere a sospirare. Né niuno strumento era che allora da lei molestato fosse, ma tacitamente sperando di tosto riveder Florio prendea quel conforto che ella poteva, tenendo sempre l’anima nelle mani di Florio.