Libro quarto - Capitolo 74
Ma ritornato in Partenope, e con malinconia aspettando tempo, avvenne che con grandissima malinconia un giorno in un suo giardino si racchiuse solo, e quivi con varii pensieri s’incominciò in se medesimo a dolere, e dolendosi, in nuove cose di pensiero in pensiero il portò la fantasia, portandogli davanti agli occhi, che il loro potere aveano nella mente raccolto, nuove e inusitate cose. E’ gli parea vedere davanti da sé il mare essere tranquillo e bello tanto quanto mai l’avesse veduto, e in quello una navicella di bella grandezza, sopra la quale vide sette donne di maravigliosa bellezza piene, in diversi abiti adornate, delle quali sette, le quattro alquanto verso la proda della bella nave vide spaziarsi: e già d’averle altra fiata vedute e loro contezza avuta si ricordava. Ma l’altre tre, che molto più belle gli pareano, dal mezzo del legno quasi infino di tutta la poppa d’esso gli parea che possedessero, né quelle per rimirarle in niuno modo conoscere potea; ma tra loro gli parea vedere un albero che infino al cielo si distendesse, né per alcun movimento che la nave avesse parea che si mutasse. E queste cose con ammirazione riguardando, si sentì chiamare, per che a lui parea prestamente sopra la navicella montare e essere intra le quattro donne raccolto. E porgendo gli occhi inver la proda della nave, gli parve fuori di quella vedere una femina d’iniquissimo aspetto con gli occhi velati e di maravigliosa forza nel suo operare: e con le mani appiccata al legno, quello con tanta forza moveva, che parea che sotto l’acque il dovesse sommergere, e per consequente parea che dintorno ad esso tutto il mare movesse e tempestasse; di che egli dubitando, gli parve udire: - Non dubitare -. Parevali, adunque, a Filocolo, rassicurato da quella voce, rimirare le quattro donne che dintorno gli stavano, delle quali l’una vedea vestita di drappi simiglianti a finissimo oro, nel viso bellissima e onesta, col capo coperto di nero velo, e nella destra mano portava uno specchio nel quale sovente si riguardava, nella sinistra tenea un libro. Assai piacque questa a Filocolo, e, volti gli occhi alla seconda, d’ardente colore la vide vestita e umile nell’aspetto, sotto candido velo, tenendo nella destra mano un’aguta spada, nella sinistra una retta linea, sopra la quale parea che si poggiasse. Ma la terza Filocolo non sapea divisare che colore il suo vestimento si fosse, ma adamante l’assimigliava; e questa sotto il sinistro piede volta uno ritondo pomo grossissimo, nel quale la terra, il mare e i regni sotto diversi climati erano disegnati, ogni cosa riguardando con igual viso, tenendo nella destra mano uno scettro reale. Molto riguardò Filocolo costei: poi rivolto alla quarta, la vide sotto onesto velo di violato vestita, tacita dimorare tenendosi al petto distesa la destra mano, e alla bocca lo ’ndicativo dito della sinistra, e tutte, secondo il piacere della donna del caro vestimento, parea che si guidassero. Dilettava a Filocolo in sì grazioso luogo dimorare: e mentre che egli con più diletto vi dimorava, volto gli occhi ancora verso la proda, vide in quella un giovane di piacevole aspetto riguardare, vestito di nobilissimi vestimenti, al quale nelle braccia vedea una giovane nuda, bellissima tanto quanto mai alcuna veduta n’avesse, la quale sì stimolava e angosciava tanto, che ogni riposo le parea nimico, e con le sue lagrime quasi tutti i vestimenti del giovane avea bagnati. Questa parea a Filocolo molto riguardarla; e dopo lungo mirare gli parea che fosse la sua Biancifiore, e pareagli che quel giovane per lo propio nome il chiamasse e gli dicesse: - Vedi come tu fai sanza riposo stare la tua Biancifiore? -. Da questa voce parea che tanto disio gli crescesse nel cuore di correre ad abbracciare quella, che quasi non gli pareva potere stare. Per che egli rivolto a quelle donne gli parea dire: - Per che cosa mi faceste voi qui chiamare? Ditemelo, però ch’io mi voglio partire -. A cui risposto fu: - Noi tel diremo -. E con lui cominciarono le quattro donne a parlare e a dire molte cose, delle quali niuna gli parea intendere, tanto avea lo ’ntelletto rivolto pure a Biancifiore: e non potendo più il ragionamento di quelle ascoltare, lasciandole parlando, corse ove il giovane ignuda tenea Biancifiore, e quivi gli parea con quella festeggevolemente essere ricevuto. Ma dimorando quivi, gli parea che ’l mare mutasse legge, che, dimorato alquanto quieto, in tanta tempesta si rivolgea, che non che la nave, ma eziandio tutto l’universo gli parea che dovesse sommergere: e rimirando quella femina che la proda della nave movea, vide dalla sua bocca una voce come un tuono grandissima procedere, e con quella un vento impetuosissimo, il quale lui e Biancifiore e quel giovane parea che d’in su la nave levasse, e gittasseli in un luogo di voracità pieno, che davanti a lui parve oscurissimo e tenebroso. Quivi gli parea essere pieno di mortale paura, e piangere, e ’l simigliante faceano Biancifiore e ’l giovane: ma quindi per non pensato modo tutti e tre sanza offesa si partiano, ritornando in su la nave onde partiti s’erano, dove la turbata femina vide ritornata lieta, e con riposo tenere la nave e il mare. E di sua volontà gli parea con Biancifiore entrare in mezzo delle quattro donne, le quali prima non avea ascoltate, ove vide aggiunto un uomo di grandissima eccellenza e autorità nel sembiante con corona d’oro sopra la testa. Questi gli parea che molte parole gli dicesse, e col suo dire molto l’essere delle tre donne, le quali egli non conoscea, gli discoprisse: per che tanto gli parea essere nel cuore acceso d’avere di loro notizia intera, che appena il potea sostenere. E in questa volontà dimorando, e rimirando verso il cielo, gli parea quello vedere aprire e uscirne una luce mirabilissima, risplendente e grande, la quale parea che tutto il mondo dovesse accendere, e quella parte del mondo, che tal luce sentiva, più bella che alcuna altra gli parea che fosse. Questa luce venne sopra di lui, nella quale egli rimirando, vide una donna bella e graziosa nell’aspetto, di quella medesima luce vestita, e nelle mani portava una ampolla d’oro, d’una preziosissima acqua piena, della quale acqua tutto il viso e per consequente tutta la persona pareva che gli lavasse, e poi subito sparisse: e come questo era fatto, così gli parea aver multiplicata la vista, e meglio conoscere e le mondane cose e le divine che prima, e quelle amare ciascuna secondo il suo dovere. E così ammirandosi di ciò, si trovò tra le tre donne, le quali prima non conoscea, e con loro la sua Biancifiore parea che fosse, e prendesse maravigliosa contezza: delle quali tre vedea l’una tanto vermiglia e nel viso e ne’ vestimenti quanto se tutta ardesse, e l’altra tanto verde che avanzato avria ogni smeraldo, la terza bianchissima passava la neve nella sua bianchezza. E dimorando questi con loro per certo spazio, avendo bene di loro nel cuore ogni certezza, seguendo i loro vestigii, subitamente si vide da loro con tutta la navicella su per l’albero levarsi al cielo, quelle tre essendoli duce, e le quattro di sotto a lui rimanere sopra le salate onde, e ad alto sospingerlo. E così sagliendo, gli parea passare infino nelle sante regioni degl’iddii, e in quelle conoscere i virtuosi corpi e i loro moti e la loro grandezza e ogni loro potenza: quivi con ammirazione, inestimabile gloria gli parea vedere dalla faccia di Giove procedere a’ riguardanti, della quale egli sanza fine sentiva. E volendo dire: - Oh felice colui che a tanta gloria è eletto! -, avvenne che Ascalion e Parmenione vennero dov’egli era. E ignorando il bene che a sé sì il teneva sospeso, più volte il chiamarono, né egli a loro rispose. Per che poi il presero per lo braccio, e tirandolo, dalla celestiale gloria alle mondane cose il tirarono. E imaginando che profonda malinconia l’avesse occupato, cominciarono a dire: - Filocolo, che pensiero è il tuo? Rallegrati, ché i marinari ne chiamano che noi andiamo al legno per andare al nostro cammino, e dicono che poi che qui fummo più non videro prosperevole tempo a nostra via se non ora: leva su, andiamo -. Levossi dunque Filocolo dicendo: - Oimè, da che bene tolto m’avete! -. E narrato loro ciò che veduto avea, con loro insieme, pieni d’ammirazione per lo suo detto, n’andarono alla nave. E rendute prima degne grazie agl’iddii del buon tempo, e pregatigli divotamente che in meglio il dovessero prosperare, in su quella montarono. E su dimorativi le due parti della notte, sentendo il vento rinfrescato parve loro di dargli le vele. Le quali dategli, gli antichi porti di Partenope abandonarono, disiderosi di pervenire dove dagl’iddii fu loro promesso di trovare di Biancifiore vere novelle.