Libro quarto - Capitolo 50
- E’ v’inganna il parere - disse la reina alla bella donna, - però che amore ha questa natura, che quanto più si ama, più si disidera d’amare: e questo per quelli che per lui maggiore doglia sentono si può comprendere, i quali, avvegna che quella molto gli molesti, ognora più amano, né alcuno col cuore tosto la sua fine disidera, ben che ’l mostri con le parole. Dunque, ben che i piccoli affanni si cerchino da’ pigri, da savi sono le cose, che con più affanno s’acquistano, più graziose e dilettevoli tenute: però la minore donna amare ad acquistarla saria, come voi dite, poco affanno, e però poco cara, e brieve l’amore, e seguiriasi che amando si disiderasse di meno amare, che è contro alla natura d’amore, come di sopra dicemmo. Ma della grande, che con affanno s’acquista, avviene il contrario, però che, sì come in cara cosa e con fatica acquistata, ogni sollecitudine si pone a ben guardare il guadagnato amore, e così ognora più si ama, e più il diletto e ’l piacere dura. Ma se volete dire che il dubbio de’ parenti ci sia, noi nol neghiamo, e questa è una delle cagioni perch’elli è affanno ad avere l’amore d’una gran donna: ma i discreti con occulta via procedono in tali bisogne, ché non è dubbio che delle grandi e delle piccole donne, ciascuna secondo il suo potere, è amato e guardato l’onore da’ parenti, e così poria il folle nella mala ventura incappare amando basso come in alto luogo. Ma chi sarà colui che Fisistrato di crudeltà trapassi, offendendo chi le cose sue ama, sanza pensare avanti quello che poi farà a chi l’avrà in odio? Dite ancora mai costui di maggior donna di sé potere venire a fine del suo disio amandola: dicendo che la donna maggiore di sé disidererà d’amare e lui niente pregerà, mostra che ignoto vi sia che il più picciolo uomo, quanto alla naturale virtù, sia di maggiore condizione e di migliore che la maggiore donna del mondo. Dunque, qualunque uomo ella disidererà, di maggiore condizione di sé il disidererà. Fa bene però il virtuoso vivere e ’l vizioso i piccioli grandi, e’ grandi piccioli molte volte: non per tanto qualunque donna sarà da qualunque uomo con debito stile sollecitata, sanza dubbio a disiderato fine se ne perviene, ben che con più affanno d’una grande che d’una piccola. E noi veggiamo che per continua caduta la molle acqua rompe e fora le dure pietre: però nullo d’amare alcuna si disperi. Tanto di bene seguirà a chi maggiore donna di sé amerà, che egli s’ingegnerà, per piacerle, belli costumi avere, di nobili uomini compagnia, ornato e dolce parlare, ardito alle ’mprese e splendido di vestire. E se l’acquisterà, più gloria nell’animo n’avrà e più diletto: e similemente nel parlare della gente sarà essaltato, se non ne gli misviene. Seguasi adunque la più nobile, come avanti dicemmo -.