Libro quarto - Capitolo 146
Propone adunque l’amiraglio d’andare con segno di pace a’ vittoriosi cavalieri, se egli potrà, e dimandarli di loro condizione e dimandare la loro pace, se concedere gliela vorranno; e se i due amanti non saranno morti, di trarli di quel pericolo, e in ammenda della vergogna, onorarli sopra i maggiori del suo regno: e così com’egli divisa, così mette ad effetto. Egli si fa disarmare, e vestito di bianchi vestimenti e sottili, si fa recare un ramo d’uliva, e salito a cavallo, con quello in mano, tenta di passare nel prato tutto solo. Il passarvi gli è largito, ma non sanza alcuna paura; e pervenuto davanti a’ cavalieri che a cavallo incontro gli venieno, maravigliandosi vede con loro lo spaventevole giovane: e certo Filocolo non ebbe maggior paura di morire veggendo intorno a sé le fiamme accese, che ebbe l’amiraglio vedendosi colui presso. Egli con umile e con tremante voce cominciò loro così a dire: