Libro primo - Capitolo 15
Arsi i fatti fuochi e dissoluti i nebulosi fummi avvolti ne’ sacri templi, le trombe sonarono e i cavalli presti alle fiere battaglie, udito il suono, cominciarono a fremire; e allora il re, acceso di focoso disio per la speranza presa del detto agurio, comandò che le reali bandiere fossero spiegate a’ venti e che tutti i suoi, abandonandosi a’ fortunosi fati, verso Marmorina dirizzassero il loro cammino: al quale comandamento le bandiere spiegate e la via presa fu sanza niuna dimoranza. Ma il misero Lelio, il quale dell’ultimo giorno, a lui ruinosamente apparecchiato dalla fortuna, e a’ suoi compagni simigliantemente, non s’accorgeva, anzi con solleciti passi si studiava di pervenire a’ dolenti fati; e già quattro volte cornuta e altretante tonda s’era mostrata la figliuola di Latona dopo la sua partita da Roma, la quale egli mai non dovea rivedere, e camminando s’avea lasciate dietro le bianche spalle d’Appennino, affrettandosi di pervenire al santo tempio, il quale da’ suoi occhi non dovea essere veduto, né da alcuno altro de’ suoi compagni.