Filli, ti sacrai l'alma, e non fu mai
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Tiberio Caraffa
III
Filli, ti sacrai l’alma, e non fu mai
Di quel, che a te mi strinse, amor più bello,
Ma nè pur del tuo core un più rubello
Sotto più belle forme unqua mirai.
5Che mentre per fallaci infidi rai
Mi tralucea sì vago, io corsi a quello:
Ma, come a chiaro specchio incauto Augello,
Trafitto in aria al bel lume restai.
E caddi semivivo, e prigioniero
10Mi ritenesti in gabbia d’oro, e invano
Salute e libertade indi più spero.
Pur non men dolsi; ma ben fu inumano
Strazio, quando il mio cibo lusinghiero
Porger’io vidi altrui dalla tua mano.