Favole per i Re d'oggi/Virtù teologali/Carità
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IV.
Standosene accovacciato in un fosso un lupo, ecco vide venir su per l’erta un fraticello, che andava lentamente e curvo, pesandogli un capretto morto che portava sulle spalle.
Allora il lupo, ridendo forte, saltò nel mezzo del viottolo incontro al frate, e sì gli disse: — Sangue di Giove! Or non direte più che son solo io a rubare i capretti! Siamo due. Allegro compare! Non credere che abbiamo ad essere nemici per questo: anzi tu mi darai ora mezzo di quel capretto e di ognuno che ruberai, e io farò altrettanto con te, e vivremo a questo patto fedeli, l’uno e l’altro.
— Che diamine vai tu bestemmiando — gridò il fraticello — nel nome santo di Dio! vecchio peccatore! Ma credi tu ch’io l’abbia rubato, questo capretto e sgozzato come fai tu da ladro e fuoruscito qual sei? Sappi che questo m’è stato dato per carità!...
— Carità? come hai detto? che cosa è questa ch’io non l’ho mai udita rammentare da che sono al mondo?!
— Ah! tu dunque non conosci la Carità, la divina virtù che agli uomini soli Dio ha concesso di poter esercitare nel mondo! Vieni con me; seguimi paziente e tu la vedrai.
E il lupo, tratto dalla curiosità, seguì mansueto il fraticello, fino al suo convento: ve lo lasciò entrare senza dargli noia, e, poichè gli fu detto che l’avrebbe vista uscir dalla finestra di cucina, questa Carità, andò scodinzolando ad accularsi proprio sotto a quella.
Sentì dentro un gran inferno di risa, d’arrotii, di picchi, di tonfi e anche un odor di soffritto da mancare. Poi, dopo un bel pezzetto, vide finalmente comparire una mano, che gli gettò.... un piede del capretto!
Se ne stava tutto in tristi meditazioni, contemplando quell’osso peloso, che egli credeva l’imagine della Carità, quando passò una volpe, alla quale divisò di rivolgersi per consiglio, sapendola assai accorta. La chiamò, le raccontò la nuova avventura, e le chiese se ella riuscisse a capire perchè gli uomini chiamavan divina quella virtù.
— O non ti par divina, esclamò pronta la volpe, una virtù che insegna a salvar così bene la roba propria dalla fame degli altri?