Favole di Esopo/Di un Imbriaco, e la sua Donna

Di un Imbriaco, e la sua Donna

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Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Di un Imbriaco, e la sua Donna
Del Leone, ed il Lupo Di un Cigno, ed un'Oca
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Di un Imbriaco, e la sua Donna. 55.


U
na donna avendo un marito imbriaco, e volendolo guarire da quella imbriachezza, fece questo: trovandolo un giorno imbriaco lo portò in una sepoltura come morto. Quando pensò; che fosse svegliato, andò, e battè all’uscio del sepolcro, ed egli disse? Chi sei tu, che batti la porta? e la moglie rispose: Io porto da mangiare a’ morti. Egli rispose: Non mi portar da mangiare, ma da bere, tu mi dai mala nuova, quando mi porti da mangiare, e non da bere. Quella piangendo disse. O sfortunata me, ch’io non l’ho giovato niente con l’astuzia, perchè non solo non ti sei emendato, ma sei divenuto peggiore.

Sentenza della favola.

Questa favola c’insegna, che non bisogna perseverare nel male, perchè la consuetudine piega assai l’uomo al mal fare, benchè non voglia.