Favole di Esopo/Di un Cane chiamato a Cena

Di un Cane chiamato a Cena

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Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Di un Cane chiamato a Cena
Di un Uomo, e di un'Idolo di legno Di un Villano
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Di un Cane chiamato a Cena. 199.


U
n Uomo chiamato a cena un suo amico, ed il Cane del Padrone chiamò un altro Cane. Il quale vedendo la cena ben all’ordine cominciò a fare allegrezza colla coda, e saltare per la cucina. Il Cuoco vedendo questo Cane forastiero, preselo per la coda, e lo gittò per una finestra, al quale gli altri Cani dissero: come hai ben cenato; ed egli rispose: Tanto bene, che quanto sono uscito fuora non ho veduta la strada.

Sentenza della favola.

La favola ne insegna, che non deve lo uomo di quelle cose rallegrarsi, delle quali ha da dolersi.