Senza tappeto, tavola e divano,
in fondo a una selvatica
grotta si trasse un Satiro
a desinar colla scodella in mano.
Accanto i figli e la diletta moglie
sul musco anche sedevano
e lieti masticavano.
Semplicità l’appetito non toglie.
Colto dall’acqua come il Ciel la manda,
un Passegger ospizio
cercò nell’antro, e subito
fu invitato a gustar della vivanda.
La cortesia tornò molto gradita
all’uom, che freddo ed umido,
per riscaldarsi l’unghie
col fiato si soffiò sopra le dita.
E quando fu servito il desinare,
ancor sopra ci soffia.
Meravigliato il Satiro
gli dimandò: - Che giova ora il soffiare?
- Soffiando, come ho fatto, scaldo in pria
le dita, e quindi soffio
per raffreddar il liquido -.
Disse il Satiro allor: - Caro, va’ via,
a me sembra una cosa assai barocca,
e tolga il Ciel ch’io voglia
dormir con un che soffia
il caldo e il freddo dalla stessa bocca -.