Favole (La Fontaine)/Libro decimosecondo/V - Il vecchio Gatto e il Topolino

Libro decimosecondo

V - Il vecchio Gatto e il Topolino

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Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro decimosecondo

V - Il vecchio Gatto e il Topolino
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Un Topolino senza esperienza,
caduto nelle zampe a un vecchio Gatto,
ne implora la clemenza
e crede di commuover Mangiaratto.

- Pietà, lasciami vivere,
un topolin sì piccolo
non può recar offesa
alla casa e al padron esser di spesa.
D’un chicco io vivo al moderato prezzo
e d’una noce m’arrotondo tanto
che quasi crepo in mezzo.
Son magro, aspetta almeno
a darmi a’ figli tuoi
quando sarò più pieno -.

Così pregava il povero animale,
ma l’altro: - Caro, addio,
ti pare naturale
un tal discorso fatto a un pari mio?
Saresti men balordo
se la contassi a un sordo.
Gatto e vecchio giammai non la perdonano.
Muori dunque e discendi a raccontarla
questa tua bella ciarla
alle tre filatrici del diavolo.
I figli miei ci penseran da sé,
intanto io penso a me -.
Se vuoi che una moral adesso stringa,
è questa: - Giovinezza si lusinga
e spera d’ottener sempre pietà,
ma la vecchiezza viscere non ha.