Fatalità (1895)/Viaggio notturno
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VIAGGIO NOTTURNO.
Si parte: è mezzanotte. — È pigra la cavalla,
Su le malferme rôte il veicol traballa
3Su, frusta, o carrettier!...
Per noi, dell’avventura lieti e securi figli,
Non ha minaccie il bosco, l’ombra non ha perigli,
6Sassi non ha il sentier.
Tutto si cela e dorme — su, frusta, o carrettier!...
Fuor da una nube occhieggia, sogghignando, la luna;
9Vegliarda maliziosa, per la pianura bruna
Ella spïando va.
Al ciel velato gli alberi tendono i rami storti,
12Come preganti braccia di scheletri contorti;
Che narri, o immensità?...
.... Fuor da una nube l’algida luna spïando va.
15Ritta, commossa e pallida, l’occhio smarrito e fisso.
Io, coi capelli al vento, interrogo l’abisso.
Inghiotte il tenebror
18Preci e rancori d’anime, baci di labbra amanti,
Sogni, delitti e lacrime, carezze deliranti
D’avvelenati amor.
21Tassan sospiri e brividi traverso al tenebror!...
“Che fai? che vuoi?...„ mi chiedono, sôrte da fossa impura
Fatue fiammelle erranti presso le basse mura
24D’un âtro cimiter.
Non so; cerco il destino. Forse eterno è il viaggio.
Forse eterna è la notte; non importa. Ho coraggio.
27Su, frusta, o carrettier!...
Io non vi temo, fatui spirti del cimiter.
Nel silenzio tranquillo de l’assopito vano,
30Misterïosa scôlta, veglia il pensiero umano,
Com’angelo immortal.
Veglia, e coll’ali fatte di sogno e d’ardimento,
33Sfiora la cieca terra, le nuvole d’argento.
La fossa e l’ideal.
Vola, o pensier, sui ruderi, com’angelo immortal!...