Pagina:Negri - Fatalità, 1895.djvu/178

156 Viaggio notturno

Al ciel velato gli alberi tendono i rami storti,
12Come preganti braccia di scheletri contorti;
                    Che narri, o immensità?...

.... Fuor da una nube l’algida luna spïando va.

15Ritta, commossa e pallida, l’occhio smarrito e fisso.
Io, coi capelli al vento, interrogo l’abisso.
                    Inghiotte il tenebror
18Preci e rancori d’anime, baci di labbra amanti,
Sogni, delitti e lacrime, carezze deliranti
                    D’avvelenati amor.

21Tassan sospiri e brividi traverso al tenebror!...

“Che fai? che vuoi?...„ mi chiedono, sôrte da fossa impura
Fatue fiammelle erranti presso le basse mura
                    24D’un âtro cimiter.
Non so; cerco il destino. Forse eterno è il viaggio.
Forse eterna è la notte; non importa. Ho coraggio.
                    27Su, frusta, o carrettier!...

Io non vi temo, fatui spirti del cimiter.