Fatalità (1895)/I vinti
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I VINTI.
Sono cento, son mille, son milioni,
Son orde sconfinate.
Sommesso rombo di lontani tuoni
4Han le file serrate.
S’avanzan sotto il rigido rovaio
Con passo uguale e tardo.
Nuda è la testa, l’abito è di saio,
8Febbricitante il guardo.
Essi cercano me. — Tutti son giunti. —
Fluttuando com’onda
Di grigie forme e di volti consunti,
12La turba mi circonda.
Mi pigia, mi nasconde, m’imprigiona;
Sento i rôchi respiri,
Il lungo pianto che nel buio suona,
16Le bestemmie, i sospiri.
“Noi veniam dalle case senza fuoco,
Dai letti senza pace,
Ove il corpo domato a poco a poco
20Piega, s’arrende, giace.
Veniam dagli angiporti e dalle tane,
Veniam dai nascondigli,
E gettiam su la terra un’ombra immane
24Di lutto e di perigli.
Noi lo cercammo un ideal di fede,
Ed esso ci ha traditi.
Noi cercammo l’amor che spera e crede,
28Ed esso ci ha traditi.
Noi l’oprar che rigenera e rafforza
Cercammo, e ci ha respinti.
Ov’è dunque la speme?... Ove la forza?.
32Pietà!... Noi siamo i vinti.
.... Sopra e d’attorno a noi, del sol raggiante
Ne la gran luce d’oro,
Scoppia e trasvola il vasto inno festante
36Del bacio e del lavoro:
Ferreo serpe, il vapor passa e rimbomba
Sotto montana vôlta,
Chiama l’industria con guerriera tromba
40Menti e braccia a raccolta:
Mille bocche si cercan desïose
Innamoratamente,
Mille vite si lancian generose
44Nella fornace ardente;
E inutili siam noi!.. — Chi ci ha gettato
Su la matrigna terra?...
Il sospiro del cor chi ci ha negato?
48Chi ne opprime e ne atterra?...
Qual odio pesa su di noi?... Qual mano
Ignota ci ha respinti?...
Perchè il cieco destin ci grida: Invano?...
52Pietà!... Noi siamo i vinti.„