LXXXI. Comparazione di Antonio Lusco

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
LXXXI. Comparazione di Antonio Lusco
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LXXXI

Comparazione di Antonio Lusco.


Ciriaco d’Ancona, uomo verboso e troppo loquace, un dì che noi eravamo insieme, deplorava la caduta e la distruzione dell’impero Romano, e pareva che di ciò si affliggesse assai. Allora Antonio Lusco, uomo dottissimo, ch’era presente, ridendo dello sciocco dolore di costui, disse: — E’ mi fa ricordare quell’uomo di Milano che un dì di festa udì uno di que’ cantori da piazza che cantano alla plebe le geste degli eroi; cantava costui della morte di Rolando, che era morto da ben settecento anni in battaglia, e quell’uomo prese a piangere a calde lacrime; e quando andò a casa, la moglie, che lo vide mesto e piangente, lo richiese qual novità gli fosse accaduta: “Ah! moglie mia, disse, son morto!” “Amico mio, disse la moglie, che avversità ti incolse? Vieni dunque e consolati a cena.” Ed egli continuava a piangere nè voleva prender cibo; finalmente cedette alle preghiere della moglie e disse la causa del suo dolore: “Non sai tu, che nuova ho io oggi udita?” “Quale mai?” chiese la donna. “Egli è morto Rolando, che era il solo che difendesse i Cristiani.” La moglie si consolò della sciocca afflizione dell’uomo e lo potè finalmente persuadere a cenare. —