Esilio/Compagni di strada/Ponte di Lodi
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PONTE DI LODI.
Ponte di Lodi, i tuoi plumbei pilastri
abbracciati dall’impeto del fiume
rivedo, e i freschi spruzzi delle schiume
4candide a fior dei vortici verdastri.
Come una volta ancor vorrei poggiarmi
alle tue sbarre, e riaver quel vento
in faccia; e mirar nuvole d’argento
8specchiate in acqua, e d’esse sazïarmi.
Ma esser quella d’allora, con quel volto
e quell’anima, scarna adolescente
livida di superbia, impazïente
12di vivere, con sensi aspri in ascolto:
e tutto innanzi a me: lo spumeggiante
fiume e la vita!... — Ma su via trascorsa
non si ritorna. Il tempo spinge, in corsa:
16altri fiumi, altri ponti, altri miraggi.
E vado e vado. Finchè, un giorno, — Addio —
dirà l’anima al corpo. E sarà il fiume
natal, che, in sogno, sotto il ponte, a lume
20d’astri, mi condurrà verso l’oblio.