Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Il nome di Dio, e la verità

Il nome di Dio, e la verità

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Dio, unico, padrone Come provveggano alla dignità dell'uomo le feste


[p. 73 modifica]«Non nominare il nome del Signore Iddio tuo invano».

Chi rispetta le cose veramente grandi, e non ne fa mal uso, quegli solo saprà non dare gran peso alle dappoco, saprà usare con giusta misura tutte le cose. Taluni bestemmiano il nome di Dio, e poi temono di rammentare il nome d’un ricco o d’un grande senza i suoi titoli, che tante volte non gli appartengono nemmeno. Perchè sono anime vili; perchè non han da temere carcere o multa quando bestemmiano: ma far dispiacer a un titolato o una donna galante, e aver nome di malcreato pare a costoro vergogna grave.

E per questo, che dobbiam rispettare il nome di Dio, egli comanda per Mosè di non mai dire il falso, perchè Dio è verità. E in un luogo della Legge unisce insieme i tre seguenti precetti con ammirabile sapienza: «Non rubare - non mentire - non ingannare il tuo prossimo»; per insegnare che il bugiardo è un ladro, il quale tende a rubarci il conoscimento del vero, il più necessario bene nostro.

Molto più abbominevole è la bugia quando trattasi di testimonianza falsa, fatta per nuocere a persona innocente. E badiamo che non son falsi testimoni coloro soltanto che si presentano in giudizio per questo; ma falsi testimoni, più rei o meno, son tutti che affermano a danno o al disonore degli altri cosa che non sappiamo di certo [p. 74 modifica]essere vera. E però nel conoscere il vero dal falso, segnatamente laddove si tratti d’aggravare i fratelli, andiam circospetti: non corriamo dietro alla turba degli stolti (stolti ancora più che cattivi) i quali, al sentire cosa che possa far torto altrui, prestano fede subito, e l’abbracciano come lieta novella, quasi che il male sia cosa da consolarsene; quasichè l’accusato non sia un uomo anch’esso, partecipe della natura nostra; onde la vergogna di lui, se non siamo snaturati, viene a essere nostra.