Erano i miei pensier rivolti altrove
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Andrea Maidalchini
IV
Erano i miei pensier rivolti altrove,
Allor che Dio vibrò di grazia un raggio,
Che chiamolli, e gustar fe’ lor un saggio
Dell’alto immenso ben, ch’egli a noi piove.
5E qual Ape, se in Ibia avvieni che trove
Più dolce umor, s’arresta in suo viaggio;
Tal l’intelletto mio reso più saggio
Tutto s’immerse in le delizie nuove.
Finch’ei per lor dal basso fango tolto
10Se vide in Cielo appo il divino Amore,
Ed io me tutto entro sue fiamme involto:
Sicch’or grido, Signore, o addoppia il cuore,
O a te mi chiama dal mio Fral disciolto,
O tempra in parte il tuo celeste ardore.