Er terremoto de sta notte

Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.

Giuseppe Gioachino Belli

1834

Informazioni sulla fonte del testo

◄

Er beccamorto de casa

Li fiottoni

►

Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

[p. 18 modifica]

ER TERREMOTO DE STA NOTTE.

     Sì, tterremoto, sì: nnun te cojjono.
Drent’a la stanzia mia che ssemo in tanti,¹
Scià² svejjati d’un zarto³ a ttutti quanti,
E ttu, gghiro⁴ fottuto, hai sto bbèr⁵ dono?

     Ggnente de meno che⁶ cc’è pparzo un tono
Che ccià² ffatto chiamà ttutti li santi!
Antro che camminà ll’appiggionanti!⁷
È stato un terremoto bbell’e bbono.

     Tant’è vvero, che, cquanno è usscito Toto,⁸
Ne la bbottega de padron Grigorio
J’hanno detto: “Hai sentito er terremoto„?

     Chi ddisceva ch’è stato annullatorio,
E cchi ddisceva d’attaccacce⁹ er voto
Perché invesce è vvienuto succurzorio.

6 dicembre 1834.

Note

↑ [Dove siamo in tanti.]
↑ ^2,0 ^2,1 Ci ha.
↑ Salto.
↑ Qui sta per “dormiglione.„
↑ Bel.
↑ Si tratta che; ti basti che, ecc.
↑ Altro [che, come tu dici, il camminare de’ pigionali!]
↑ Antonio.
↑ D’attaccarci.

[1] [Dove siamo in tanti.]

[n2-2] 2,0 ^2,1 Ci ha.

[3] Salto.

[4] Qui sta per “dormiglione.„

[5] Bel.

[6] Si tratta che; ti basti che, ecc.

[7] Altro [che, come tu dici, il camminare de’ pigionali!]

[8] Antonio.

[9] D’attaccarci.

1

2

3

4

5

6

7

8

9