Er tempo bbono (6 febbraio 1833)

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Er tempo bbono Intestazione 7 maggio 2025 100% Da definire

Li fichi dorci Er tempo cattivo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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ER TEMPO BBONO.

     Una ggiornata come stammatina,
Senti, è un gran pezzo che nnun z’è ppiù ddata.
Ah bbene-mio! te senti arifiatata:
Te s’opre er core a nnun stà ppiù in cantina![1]

     Tutta la vorta[2] der celo turchina:
L’aria odora che ppare imbarzimata:[3]
Che ddilizzia! che bbella matinata!
Propio te disce: cammina-cammina.

     N’avem’avute de ggiornate tetre,
Ma oggi se pò ddì[4] una primavera.
Varda che ssole, va’:[5] spacca le pietre.

     Ammalappena ch’ho ccacciato er viso
Da la finestra, ho ffatto[6] stammatina:
Hâh! cche ttempo! è un cristallo; è un paradiso.

Roma, 6 febbraio 1833.

Note

  1. Stare in cantina: essere al buio.
  2. Volta.
  3. Imbalsamata.
  4. Si può dire.
  5. Guarda che sole, guarda.
  6. Qui, fatto equivale a detto.