Er pranzo de le minente
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
ER PRANZO DE LE MINENTE.1
Mo ssenti er pranzo mio. Ris’e ppiselli,
Allesso de vaccina e ggallinaccio,
Garofolato,2 trippa, stufataccio,3
E un spido4 de sarcicce5 e ffeghetelli.6
Poi fritto de carciofoli e ggranelli,
Certi ggnocchi da fàcce er peccataccio,7
’Na pizza aricresciuta8 de lo spaccio,9
E un’agreddorce de ciggnale10 e ucelli.
Ce funno peperoni sottasceto,
Salame, mortatella e casciofiore,
Vino de tuttopasto e vvin d’Orvieto.
Eppoi risorio11 der Perfettamore,12
Caffè e ciammelle: e tt’ho llassato arrèto
Certe radisce da slargatte er core.
15Bbe’, cche importò er trattore?
Cór vitturino che mmaggnò con noi,
Manco un quartin13 per omo:14 e cche cce vòi?
Terni, 8 ottobre 1831.
Note
- ↑ Vedi la nota 1 del sonetto precedente.
- ↑ Garofanato: specie di umido di manzo. [Da garòfolo, garofano.]
- ↑ Altro umido tagliato in pezzi.
- ↑ Spiedo. [Spiede.]
- ↑ Salsicce.
- ↑ Quando è così nominato, intendesi sempre per “fegato di maiale.„
- ↑ Peccato di gola.
- ↑ [Una focaccia lievitata.]
- ↑ Comperata. [Non fatta in casa alla buona e per lo più senza lievito.]
- ↑ [Un agrodolce di] cinghiale.
- ↑ Rosolio. [Come se derivasse da ridere, perchè le bevande spiritose destano l’allegria.]
- ↑ [Così si chiama anche a Firenze; benchè manchi ai vocabolari, non escluso il Rigutini-Fanfani.]
- ↑ Il quartino era una moneta d’oro del valore di un quarto di zecchino; oggi è rarissima e quasi irreperibile: ma n’è restato il nome di convenzione fra il volgo per dinotare paoli cinque. [Cioè, poco più di due lire e mezzo delle nostre.]
- ↑ “Per cadauno:„ e in questo senso, il per omo, vale anche: “per donna.„