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Sonetti del 1831 151

vuol far nulla di quanto udì.      16 Creduto.      17 [Un papetto, poco più d’una lira nostra.] V. la nota... [3] del sonetto... [La penale, 3 dic. 32].


ER PRANZO DE LE MINENTE.1

     Mo ssenti er pranzo mio. Ris’e ppiselli,
Allesso de vaccina e ggallinaccio,
Garofolato,2 trippa, stufataccio,3
E un spido4 de sarcicce5 e ffeghetelli.6

     Poi fritto de carciofoli e ggranelli,
Certi ggnocchi da fàcce er peccataccio,7
’Na pizza aricresciuta8 de lo spaccio,9
E un’agreddorce de ciggnale10 e ucelli.

     Ce funno peperoni sottasceto,
Salame, mortatella e casciofiore,
Vino de tuttopasto e vvin d’Orvieto.

     Eppoi risorio11 der Perfettamore,12
Caffè e ciammelle: e tt’ho llassato arrèto
Certe radisce da slargatte er core.

15Bbe’, cche importò er trattore?
Cór vitturino che mmaggnò con noi,
Manco un quartin13 per omo:14 e cche cce vòi?

Terni, 8 ottobre 1831.

  1. Vedi la nota 1 del sonetto precedente.
  2. Garofanato: specie di umido di manzo. [Da garòfolo, garofano.]
  3. Altro umido tagliato in pezzi.
  4. Spiedo. [Spiede.]
  5. Salsicce.
  6. Quando è così nominato, intendesi sempre per “fegato di maiale.„
  7. Peccato di gola.
  8. [Una focaccia lievitata.]
  9. Comperata. [Non fatta in casa alla buona e per lo più senza lievito.]
  10. [Un agrodolce di] cinghiale.
  11. Rosolio. [Come se derivasse da ridere, perchè le bevande spiritose destano l’allegria.]
  12. [Così si chiama anche a Firenze; benchè manchi ai vocabolari, non escluso il Rigutini-Fanfani.]
  13. Il quartino era una moneta d’oro del valore di un quarto di zecchino; oggi è rarissima e quasi irreperibile: ma n’è restato il nome di convenzione fra il volgo per dinotare paoli cinque. [Cioè, poco più di due lire e mezzo delle nostre.]
  14. “Per cadauno:„ e in questo senso, il per omo, vale anche: “per donna.„