Er niverzario de l'incoronazzione
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Povero Papa mia! fu ttant’affritto
De concèdesce[3] er corzo e li fistini[4]
Vòti de Purcinelli e Traccaggnini,[5]
E ascrìvesce[6] le mmaschere a ddilitto,[7]
Che ssubbito ordinò cco’ un antr’ editto
Ch’er Monte-de-pietà ssenza quadrini
Aridassi[8] li peggni piccinini,[9]
Acciò er popolo ssciali[10] e sse[11] stia zzitto.
La quale er Zanto Padre pe’ ffà ffronte
A la spesa, no ttutta ma pporzione,
Penzerà lui d’aringretànne[12] er Monte.[13]
Defatti, co’ cquer core da Sanzone,
Je mannò,[14] cché ll’ha ssempre bbell’e ppronte,
Quattro mijjara de bbon’intenzione.[15]
4 febbraio 1837.
Note
- ↑ L’anniversario.
- ↑ [Di Gregorio XVI. Ricorreva il 6 febbbraio.]
- ↑ Di concederci.
- ↑ Festini.
- ↑ Arlecchini.
- ↑ Ascriverci.
- ↑ [Nel carnovale del 1837 furono infatti proibite. V. i sonetti: Er carnovale ecc., e Li moccoletti ecc., 20 e 23 genn. e 8 febb. 37.]
- ↑ Ridasse.
- ↑ [Questo secondo editto, pubblicato dal Tesoriere Generale il 26 gennaio, prescriveva a nome del Papa che per la ricorrenza della sua gloriosa assunzione al Pontificato si restituissero gratuitamente tutti i pegni, fatti sino al giorno innanzi, e non superiori al valore di paoli cinque, cioè di lire 2,68 delle nostre.]
- ↑ Goda.
- ↑ Si.
- ↑ Di rintegrarne.
- ↑ [L’editto diceva: “Contribuendovi anche la Santità Sua col suo peculio privato, vuole che sia indennizzato lo stesso Sacro Monte della intiera somma cui ascendono i pegni medesimi.„]
- ↑ Gli mandò.
- ↑ [Insomma, secondo la mala lingua che parla in questo sonetto, il Papa avrebbe poi lasciato a tutto carico dell’erario e del Monte la spesa di quella beneficenza.]