Er mistiere indiffiscile

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er mistiere indiffiscile Intestazione 4 giugno 2024 75% Da definire

La morte de Tuta La mojje der giucatore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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ER MISTIERE INDIFFISCILE.1

     Nun credéssivo2 mai ch’er fasse3 prete,
E ddiventà pprelato e annà ppiù avanti,
Sii faccenna da poveri iggnoranti
E abbastino le store4 e le pianete.

     Va’ li Sommi Pontescifi: tra ttanti,
San Pietro solo j’abbastò la rete.
Tutti l’antri,5 si6 mmai nu’ lo sapete,
J’e ttoccato èsse7 dotti a ttutti quanti.

     Io conosco un abbate che ttiè in testa
De finì Ppapa: ebbè, ssu li latini
Ce suda nott’e ggiorno e inzin de festa.

     E mmo studia li su’ Scisceroncini8
Pe’ imparà la ppiù ffàscile ch’è cquesta
De dì in latino: Aló,9 ppelle o cquadrini.

28 gennaio 1835.

Note

  1. Difficile.
  2. Non credeste: non vogliate mai credere.
  3. Il farsi.
  4. Stole o stuoie sono nella lingua del Romanesco sempre store.
  5. Gli altri.
  6. Se.
  7. Essere.
  8. I suoi Ciceroncini. [Ciceroncino si chiamava nelle scuole il libro delle lettere scelte di Cicerone.]
  9. [Dal francese allons.]