Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Er fumà Intestazione 25 agosto 2024 75% Da definire

La Nunziata L'anno-santo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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ER FUMÀFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte.

     Ma cche tte fumi, di’, sia mmaledetto:
Hai la faccia color de Monte-Mario,1
Tienghi, peccristo, scerte2 coste in petto
Da mettele pe’ mmostra in zur Carvario:

     Pesi cuattr’oncia meno d’un canario,
E nun hai carne d’abbastà a un guazzetto;
E ttutto er zanto ggiorno cór zicario,3
Da cuanno t’arzi inzino ch’entri a lletto!

     Senza contà che a tté, co’ sto porcile,
Te puzzeno, perdio, sino li peli,
Vòi finì li tu’ ggiorni in marzottile?4

     Mazzato!, eh llassa er fume de la pippa
A sti frati futtuti d’Arescèli,5
Che ttiengheno un mascello in de la trippa.6

Terni, 7 novembre 1832.


Note
  1. Il già Clivus Cinnae, detto oggi Monte-Mario, da un Mario Millini che vi possedeva una villa. Esso è composto di giallastri relitti marini.
  2. Certe.
  3. Sicario, per “sigaro„ o “zigaro.„
  4. Mal sottile.
  5. Gli zoccolanti di S. Maria in Aracoeli, nell’antico luogo di Giove Capitolino sul Campidoglio.
  6. Vedi Annotazione al verso 14.

Annotazione al verso 14.

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[Su questo stesso argomento e con la stessa intonazione, il Belli ha anche un sonetto italiano, scritto, come si rilevi dall’autografo, il 9 dic. 1838, e poi inserito in quella sua raccolta di Versi, stampata a Roma dalla Tipografia Salviucci nel 39. Eccolo qui, per gli opportuni raffronti, che posson farsi cominciando dal titolo, così vivo in romanesco e così classicamente morto in italiano.

IL FUMMATORE.

     Ma, per amor del ciel, dimmi, o figliuolo,
In qual nuova anfania sei tu venuto
Che un sigaro t’imbecchi ogni minuto
Sino a parerne un tizzo o un fummaiuolo!

     Tu?! così mingherlino e tristanzuolo,
Sparutel, segaligno e lanternuto,
Che se ti soffia addosso uno starnuto,
Te ne voli in Sicilia o nel Tirolo!
     Deh al tuo petto sottil non crescer danno,
Nè ridurti la bocca un letamaio
Sol per far quello che cert’altri fanno.
     E la morte che paghi al tabaccaio,
Folle, cangiala in libri, e ti daranno
Viver più lungo ed onorato e gaio.]

Note