Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Er fico fresco Intestazione 27 novembre 2024 75% Da definire

Er marito assoverchiato Rom'antich'e mmoderna
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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ER FICO FRESCO.

     Ggirava un viggnarolo oggi a mmercato
Co’ un fico fresco in mano. “Ohé,„ jj’ho ddetto,
“Dico: quanto ne vòi?„ Disce: “Un papetto.„1
Dico: “Un papetto solo?! È arigalato.„2

     Quattro lustrini3 un fico, si’ bbrusciato!4
Du’ ggiuli5 un fico, ladro mmaledetto!
Eh cquanno abbi lui vojja d’un fichetto,6
Je lo do aùffa7 io ppiù a bbommercato.

     Eppuro8 sce s’è ttrovo9 llì un zomaro
Che mme sfrusciava:10 “Oh, nnun è ccaro mica:
Uh, in sta staggione nun è ggnente11 caro.„

     Io lo capisco che cce vò ffatica
Pe’ ttrovà un fico fresco de ggennaro;
Ma cco’ un papetto ciài puro12 una f....

22 marzo 1834.

Note

  1. Papetto: moneta d’argento da due paoli. [Poco più d’una lira nostra.]
  2. È regalato.
  3. Quattro lustrini: quattro grossi: due paoli.
  4. Sia tu bruciato!
  5. Due giuli: due paoli.
  6. Fichetto: scherzo che si fa altrui prendendogli il mento fra il pollice e il medio, e premendogli intanto le labbra con l’indice.
  7. A ufo. Vedi [in questo volume] la nota... [12] del sonetto... [Li spiriti (4), 21 nov. 32.]
  8. Eppure.
  9. Ci si è trovato.
  10. Mi annoiava.
  11. Non è affatto ecc.
  12. Ci hai pure.