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Sonetti del 1834 | 249 |
ER FICO FRESCO.
Ggirava un viggnarolo oggi a mmercato
Co’ un fico fresco in mano. “Ohé,„ jj’ho ddetto,
“Dico: quanto ne vòi?„ Disce: “Un papetto.„1
Dico: “Un papetto solo?! È arigalato.„2
Quattro lustrini3 un fico, si’ bbrusciato!4
Du’ ggiuli5 un fico, ladro mmaledetto!
Eh cquanno abbi lui vojja d’un fichetto,6
Je lo do aùffa7 io ppiù a bbommercato.
Eppuro8 sce s’è ttrovo9 llì un zomaro
Che mme sfrusciava:10 “Oh, nnun è ccaro mica:
Uh, in sta staggione nun è ggnente11 caro.„
Io lo capisco che cce vò ffatica
Pe’ ttrovà un fico fresco de ggennaro;
Ma cco’ un papetto ciài puro12 una f....
22 marzo 1834.
- ↑ Papetto: moneta d’argento da due paoli. [Poco più d’una lira nostra.]
- ↑ È regalato.
- ↑ Quattro lustrini: quattro grossi: due paoli.
- ↑ Sia tu bruciato!
- ↑ Due giuli: due paoli.
- ↑ Fichetto: scherzo che si fa altrui prendendogli il mento fra il pollice e il medio, e premendogli intanto le labbra con l’indice.
- ↑ A ufo. Vedi [in questo volume] la nota... [12] del sonetto... [Li spiriti (4), 21 nov. 32.]
- ↑ Eppure.
- ↑ Ci si è trovato.
- ↑ Mi annoiava.
- ↑ Non è affatto ecc.
- ↑ Ci hai pure.