Er deposito p'er padre

Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Er deposito p'er padre Intestazione 11 maggio 2024 75% Da definire

La cuscìna de sotto La frebbe maggnarella
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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ER DEPOSITO P’ER PADRE.

     ’Na lastra de Carrara,[1] lavorata,
De sei parmi[2] su cquattro, e ttutta un pezzo.
’Na fasscia de sbardijjo[3] impomisciata,
Lónga de ventisei, larga un’ e mmezzo.

     Duscento lettre e ’na crosce staccata
For der pitaffio, co’ ’na riga immezzo,
Arte du’ onc’e mmezza avantaggiata,[4]
A ttre bbajocchi[5] l’una, urtimo prezzo.

     Nove scudi la tavola de marmo:
Sei le lettre e la crosce; e lo sbardijjo
Quinisci e mmezzo, a ssei pavoli er parmo.

     So’[6] ttrenta scudi e ccinquanta bbajocchi.
Ecco la spesa ch’ha impiegata er fijjo
Pe’ assciugasse[7] le lagrime dall’occhi.

5 marzo 1837.

Note

  1. Di marmo bianco di Carrara.
  2. Palmi.
  3. Bardiglio.
  4. [Abbondante.]
  5. [Cento baiocchi formavano uno scudo, che si divideva anche in dieci paoli o pavoli, e che equivaleva a lire 5,375 delle nostre.]
  6. Sono.
  7. Per asciugarsi.