Er conto de le posate

Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Er conto de le posate Intestazione 12 maggio 2024 75% Da definire

La frebbe maggnarella La cunculina rotta
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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ER CONTO DE LE POSATE.

     Eccole tutte cqui nne la sarvietta,1
Come l’ho ttrove.2 Io doppo sparecchiato
Ch’ho aripassato er conto, ho aripassato,
Ciamancàva3 un cucchiaro e una forchetta.

     E llei crede a Lluscìa? Si sta sciovetta4
Bbutta la bbroda5 addoss’a mmé, ha sbajjato.
Ma ggneente:6 io nun capisco; io nun zo’7 stato,
E nnun vojjo abbozzacce8 una saetta.9

     Sta faccenna sarà ccome sto lujjo
Che ssuccesse l’affare der grisolito
Der padrone, e cce fu cquer battibbujjo.10

     De quello puro11 ggià sta bbona pezza12
Dava la corpa13 a mmé ssiconn’er zolito,
Eppoi s’aritrovò ffra la monnezza.14

6 marzo 1837.

Note

  1. [Salvietta, tovagliolo.]
  2. Trovate.
  3. Ci mancava.
  4. [Civetta.]
  5. Getta la colpa.
  6. Niente. Vi si son poste due e onde insinuare il modo della pronunzia, che in questa occasione deve prolungare la e quasi fosse doppia.
  7. Non sono.
  8. Non voglio abbozzarci, cioè: “tacermivi, tollerare.„
  9. Affatto, per nulla.
  10. Altercazione clamorosa.
  11. Pure.
  12. Cattivo suggetto.
  13. Colpa.
  14. Immondezza.