Er càmmio de nome

Giuseppe Gioachino Belli

1846 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Er càmmio de nome Intestazione 10 novembre 2022 75% Da definire

L'udienza prubbica Preti e ffrati
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1846
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ER CÀMMIO DE NOME

     Io poi nun ve so ddì ttante raggione:
Questo io so cc’ar concrave er cardinale
Creato papa, o ffacci bbene o mmale,
Se muta nome e ppoi va ssur loggione.1

     E ssiccome uggnun’ha la tentazione
D’abbuscasse la cattreda papale,
Uggnuno, o ssii ’na perla o ’no stivale,
Prepara er nome suo pe’ l’occasione.

     S’era papa Mattei,2 c’ar penzà mmio
È un cardinale assai lescit’e onesto,3
Je criccava4 er chiamasse Sperandio.5

     Mìcchera6 poi, pe’ cquello che ssentimo,
Se sarìa messo nome Sisto sesto,7
E Lammruschini8 invesce Agnello primo.9

28 ottobre 1846

Note

  1. [Per benedire la città e tutto l'orbe, volgendosi verso
    i quattro punti cardinali.]
  2. Mario Mattei, già Segretario per gli affari di Stato interni sotto Gregorio XVI.
  3. [Lecito e onesto: si dice comunemente di cosa, e anche, come qui,
    di persona: e spesso, come qui, in modo ironico.]
  4. [Gli garbava.]
  5. [Il Mattei era “uomo di poco momento in tutto, fuorchè nell'arto del dissimulare e nella servilità.„ Strumento docilissimo nelle mani del prepotente Lambruschini, “fu ministro, ma non di Stato, sibbene di piccoli intrighi e favori, autore di qualche male, di nissun bene.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 83.]
  6. Ludovico Micara, cappuccino, decano del Sacro Collegio.
  7. [“Micara, frate selvatico di temperamento...„ Bianchi, Op. cit., vol. V, pag. 7. — "Le cardinal Lambruschini lui ayant domandé, au conclave de 1846, quel nom il prévoyait devoir l'emporter, Si Dieu fait l'élection, répondit Micara, Mastaï sera nommé; si le diable s'en mêle, ce sera vous... ou moi.„ Rendu, L' Italie de 1847 à 1865; Paris, 1867; pag. 4. — V. anche la nota 10 del sonetto: Er fattarello ecc., 31 magg. 37.]
  8. Luigi Lambruschini, già Segretario di Stato [per gli aiFari esteri] sotto Gregorio XVI. [Impostogli, come è noto, dall'Austria, che non vedeva di buon occhio il Bernetti, perchè non del tutto a lei servile. “Gregorio XVI avea divisa la segreteria di Stato in due ministeri, uno per l'estero, l'altro per l'interno; ma il primo aveva pur sempre serbata la somma direzione della politica interna ed esterna, ed il secondo avuto ufficio piuttosto di amministrazione che di politica.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 82.]
  9. ["Assoluto e superbo, volle dominar solo in Corte e nello Stato... Non sopportava emuli o pari in autorità, e non voleva inceppamenti alle voglie e deliberazioni sue.„ (Farini, Op. e vol. cit., pag. 82-83.) Dettogli un giorno che le carceri dello Stato non erano più capaci di contenere prigionieri politici, rispose con una frase che divenne famosa: Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. Candidato della parte più retriva del Sacro Collegio, sperava d'essere eletto papa invece di Pio IX, e infatti al primo scrutinio ebbe quindici voti, cioè due di più del competitore. All'ultimo, quando il Mastai ne ebbe trentasei e lui soli dieci, caddero svenuti l'uno e l'altro, ma per ben diversa cagione! Cfr. Poggi, Op. e vol. cit., pag. 406.]