Er bardassaccio de mane lónghe

Giuseppe Gioachino Belli

1843 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Er bardassaccio de mane lónghe Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Ce so' bbaruffe Le smosse de quella bbon'anima
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1843

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ER BARDASSACCIO1 DE MANE LÓNGHE.

     Te lo saressi créso?2 Un pichimèo,3
Un stronzo, un cirifischio,4 un reduscelli,5
Menà le mano, maneggià ccortelli,
E ammazzà ccom’un scribb’e ffariseo!

     Ma ddich’io poi perché! Pperché Mmatteo
Je disse: “Nun scocciamme li zzarelli!„
E sti fatti che cqui ss’ha da vedelli
In d’una Roma e immezz’a un Culiseo!

     Eh? sti cazzetti! Oh vvatt’a ffida, vatte!
Sti sfrizzoli6 eh? sti tappi,7 sti mmerdosi,
Sti pivieri,8 per dio!, sti sbusciafratte!9

     Sbudellà cquer pezzetto de scontento10
Che ppoteva accuccià11 ddiesci mengósi12
De frati, e ccasomai puro er convento!

12 maggio 1843.

Note

  1. [Il monellaccio. Da bardasso, bardassa.]
  2. [Creduto.]
  3. [Pigmeo.]
  4. [Un ragazzetto. S’usa per lo più come vezzeggiativo coi bambini, e anche con gli adulti di piccola statura.]
  5. [Forse corrisponde allo “scricciolo„“„ de’ Toscani, ma vattel’a pesca quanti altri nomi avrà nella così detta lingua italiana!]
  6. [“Ciccioli„ in Toscana, ma a Firenze più comunemente “siccioli.„]
  7. [Per disprezzo contro una persona di bassa statura, la chiamano, con rispetto parlando: tappo de cacatore, o tappo semplicemente.]
  8. [Piviere, nel senso proprio, è un uccello che probabilmente corrisponde al “martinello„ de’ Fiorentini. E il vocabolo ha forse parentela con pivétto, che propriamente significa “fanciullo,„ ma per estensione ironica anche “giovine elegante, zerbinotto;„ e con pivolà, pigolare, che nel metaforico è “quel chiedere qualcosa piagnucolando petulantemente, come fanno i bambini male educati.„]
  9. [Lo sbucafratte è un piccolo uccellino, che si chiama anche forasiepe.]
  10. [Quel pezzo di bravaccio.]
  11. [Atterrare.]
  12. [Su questo vocabolo, che qui è usato per contrapposizione a pivieri e sbusciafratte, si veda la nota 3 del sonetto: La madre ecc., 22 nov. 32.]Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte