Er Cardinal protettore

Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura Er Cardinal protettore Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

L'indoratore L'omo de monno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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ER CARDINAL PROTETTORE

     Da quer pittore ggiù ppe’ lo stradale
Tra Ssant’Iggnazzio e ’r Colleggio Romano,
Che pper arme1 e rritratti è un artiggiano
Che in tutta Roma nun ze dà l’uguale,

     Jeri sce2 stava in mostra un cardinale
E sse3 scopriva un bon mijjo lontano
Da la mozzetta de scarlatto, e in mano
Er zolito spappiè4 dder momoriale.5

     Io m’accosto ar pittore e lo saluto.
Dico: “E pperchè sto coso è ssenza testa?.„
Disce: “Je l’ho rraschiata e jje la muto.„6

     Allora un pasticcetto7 co’ li guanti
Disce: “Lo lassi stà8 ssenza de questa,
Perchè ccosì ss’arissomijja a ttanti.„

19 marzo 1836

[p. 421 modifica]senza appoggiatura, de’ Romaneschi.„ Da una lettera del mio povero amico F. Santini.]      5 [È vero che cardinali e papi si fanno per lo più ritrattare con un memoriale in mano: ridicola usanza, che mostra in costoro la boria di far pompa della propria grandezza. Certo non la pensava così, chi disse che quando si benefica, la mano sinistra non deve vedere ciò che fa la destra; ma i preti, anche in effigie, han trovato modo di rinnegare il Vangelo.]      6 È uso di Roma che alle îmmagini dei defunti cardinali protettori, i luoghi protetti facciano cambiare la testa, sostituendovi per economia quella del successore.      7 Un zerbinotto.      8 Lo lasci stare.

Note

  1. [Armi, stemmi.]
  2. Ci.
  3. Si.
  4. “Carta„, giuocando sulla parola francese papier. [4 Non faccia maraviglia di trovare dove scritto papié o pappié, e dove spappié. Il popolo romano aggiunge e toglie lettere a modo suo, secondo che voglia dar più o meno aria di caricatura alle cose. Qui alla caricatura, in quell’ s, v’è aggiunto anche il dispregio, che per esser gustato nella sua intierezza, bisognerebbe fosse veduto in bocca di uno di quel popolo, nell’atto che lo pronunzia; e sentito quell’empiere della bocca, e ripercotere dell’aria fra gli organi gutturali e nasali, e l’allungare d’una vocale, secondo che più o meno si voglia schernire o gli uomini o le cose. Così nessuno potrà mai significare con avvertimenti o annotazioni la pronunzia di quel moecco per baiocco; né lo strisciare del ce segnato dal Belli col sce, il quale sce porta nella pronunzia usata da noi italiani un suono duro, che è ben altro da quello strisciare piano e corrente, senza appoggiatura, de’ Romaneschi.„ Da una lettera del mio povero amico F. Santini.]
  5. [È vero che cardinali e papi si fanno per lo più ritrattare con un memoriale in mano: ridicola usanza, che mostra in costoro la boria di far pompa della propria grandezza. Certo non la pensava così, chi disse che quando si benefica, la mano sinistra non deve vedere ciò che fa la destra; ma i preti, anche in effigie, han trovato modo di rinnegare il Vangelo.]
  6. È uso di Roma che alle îmmagini dei defunti cardinali protettori, i luoghi protetti facciano cambiare la testa, sostituendovi per economia quella del successore.
  7. Un zerbinotto.
  8. Lo lasci stare.