Epistolario di Renato Serra/Alla madre - 18 aprile 1905
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Roma, 18 aprile 1905.
Carissima mamma,
quanto mi dispiace quello di cui m’accorgo dalla tua carissima; di aver lasciato passare il 16 Aprile1 senza mandarti nè meno una riga. E’ la prima volta che interrompo quella serie delle "lettere per la festa della mamma" così care anche a me; perchè mi pareva che mi facesser tornare, per l’affetto e la dolcezza, bambino; e me ne duole più che tu non possa credere. - Ma nè meno puoi credere come la vita della caserma abolisca dentro di me ogni nozione del tempo, dei giorni che passano tutti uguali senza nessun legame e nessun attacco alle consuetudini della vita anteriore. Del resto, la lettera te la scriverò fra qualche giorno; avrei voluto oggi, ma sono così stanco che non desidero e non penso se non di buttarmi su la branda. E ho anche un mucchio di roba da studiare. La salute è ottima. Siamo consegnati in caserma per lo sciopero. Stamattina è venuto a trovarmi Menniti2.
Baci a Nino, Pia, al papà, mille a te dal tuo.