Epigrammi (Rapisardi)/XIV
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XIV.
Io tutto chiuso nella cieca terra,
Entro un solito avello esser non voglio:
Seppellite le mie gelide membra,
Ma su fuor della fossa al cielo immenso
5Sorga la fronte mia desiderosa
D’aprica luce. Arder vedrete a notte
Per la pianura solitaria e muta
Una fiamma inconsunta, a cui daranno
L’aure alimento e nova forza i nembi.
10Come ingenue falene al foco ignoto
Verran le plebi derelitte, e viva
Fede e coscienza di sè stesse e ardore
D’universale carità ne’ petti
Dissueti accorranno a poco a poco.
15Niun saprà delle mutate genti
Quale io vissi e chi fui; cadrà ne’ gorghi
Del tempo il nome mio, su cui maligne
Tele d’alto silenzio il vulgo ordisce;
Ma l’Ideal de’ giorni miei, la face
20Che il mio misero corpo oggi consuma,
Splenderà sotto a’ firmamenti eterno.